Spesso gli adulti utilizzano la frase “le bugie hanno le gambe corte” al fine di incoraggiare l’impegno morale del bambino e stimolarlo a essere sincero. Tuttavia viene da chiedersi quale sia il motivo per cui un bambino o un adulto, dice le bugie e mente.
Quali sono i motivi che spingono una persona a inventare una realtà diversa e nascondere la verità? Nell’infanzia bisogna ricordare che non sono solo i bambini a raccontare le bugie ma anche gli adulti le utilizzano con i piccoli. Pensiamo ad alcuni temi della realtà come ad esempio al posto di dire che la nonna è morta, si usa dire a un bambino che è partita per una lunga vacanza o che è salita in cielo.
Di solito i bambini tanto piccoli sono così spietatamente sinceri che creano imbarazzo negli adulti, che inizialmente giustificano ma che con il passar del tempo suggeriscono al bimbo di controllare quello che dice. Con il tempo crescendo egli impara che qualche piccola bugia non fa male, anzi qualche volta può essere utile per sapersela cavare con gli adulti.
Quindi la bugia in certi frangenti può rilevarsi positiva in base alle convenienze del momento. Ciò significa che la bugia può essere uno strumento di difesa e di protezione e non solo di attacco e di imbroglio. Spesso si situa al confine tra il bene e il male, l’utile e il dannoso.
Dal punto di vista psicologico la bugia può essere una modalità di difesa per poter sopravvivere. Di fatto anche nel mondo animale e vegetale esistono i mentitori, come ad esempio il gatto quando gonfia il pelo sul dorso di fronte a una minaccia, è solo in parte il risultato di una preparazione all’attacco in quanto è anche un’enorme bugia che egli tenta di raccontare: vuole provare a mostrarsi più grosso di quello che è per spaventare l’avversario e ingannarlo.
Nella prima infanzia i bambini non riescono a distinguere la realtà dalla fantasia e le bugie fanno parte di quel pensiero magico. Crescendo le bugie diventano più elaborate e si acquisisce la consapevolezza della verità e sanno distinguere il vero dal falso. Con l’adolescenza la menzogna è un atto sempre più deliberato e cosciente. Gli adolescenti potrebbero mentire per mantenere intatto l’apprezzamento o tacere sulle emozioni per vergogna o per proteggere i loro segreti, ma possono anche farsi belli con altri inventando cose non vere per garantirsi la stima dei coetanei. Queste bugie alla fine potrebbero essere sane sia nei giovani che negli adulti.
Certo all’opposto ci sono i mentitori incalliti, coloro che mentono su tutto e credono alle continue bugie che raccontano. In questi casi la bugia può collocarsi all’interno della patologia. Di solito sono persone che hanno una falsa immagine di sé o di coloro che fanno fatica a adattarsi alle regole sociali e ad assumersi le proprie responsabilità.
A riguardo è stato condotto uno studio da un gruppo di ricercatori della University College of London e inseguito pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience. I ricercatori hanno coinvolto un campione di 80 volontari. Hanno somministrato una prova dove i soggetti dovevano indovinare il numero di monete contenute in un contenitore di vetro e comunicarlo a un partner attraverso un pc. La consegna ai partecipanti fu fatta in modo che potessero mentire, comunicando un numero inesatto di monete al partner, al fine di ottenere un vantaggio personale “a spese” dell’altro. I risultati dimostrarono che i partecipanti erano sempre più inclini a mentire al fine di ottenere dei vantaggi personali. Ad alcuni soggetti del campione furono sottoposti alla risonanza magnetica funzionale durante l’esperimento. I risultati evidenziarono che durante le attività vi era una riduzione dell’attivazione dell’amigdala al progredire delle bugie. Alla prima bugia, l’amigdala si attivava in maniera massiccia, continuando con le bugie l’attivazione e la risposta di angoscia emotiva diminuivano, mentre la propensione a dire bugie aumentava. Si è riscontrato più che altro che la riduzione dell’attivazione dell’amigdala prediceva l’aumento della disonestà al compito successivo. Per concludere quando si dicono bugie ripetutamente il cervello potrebbe “adattarsi” velocemente alla disonestà e perdere di vista la realtà, ostacolando l’amigdala ad attivarsi e bloccando le sensazioni emotive negative che disincentivano l’agire in modo scorretto.
A cura del Dott. Angelo La Barbera, Psicologo Clinico
Bibliografia:
– Garrett, N., Lazzaro, S.C., Ariely, D., Sharot, T., (2016), <>, Nature Neuroscience, 19 (12), 1727-1732, doi: 10.101038/nn.4426
– Maiolo, G., (2012), Lessico psicologica, Ed. Erickson, Trento.