Lo Ius soli è stato da poco incardinato al Senato, un provvedimento di civiltà, ma tutti la pensano così. In democrazia si sa che tutti hanno diritto di pensiero e parola, sicché ci tocca spiegare a tutti i contrarti la validità e l’importanza di quesa legge.
Una scelta fortemente voluta dal PD e contrastata dalla destra e il Movimento 5 Stelle. Rimane storica la dichiarazione di DI Stefano qualche mese fa a Radio Capital, in cui avrebbe ritenuto giusto, garantire lo ius soli ai bambini che parlano italiano… sostenendo quindi l’italianità di un neonato che piange in italiano… Ad ogni modo,“Italiani si nasce” non è solo lo slogan di Forza Nuova, è un radicato principio su cui si fondano i tanti pensieri degli italiani, anche di chi non è di estrema destra. 
Apprendo da La Stampa che il mondo cattolico italiano sarebbe diviso sul tema dello ius soli, con una metà che si posiziona in modo assai più conservatore rispetto a Papa Francesco. Sull‘umanesimo cattolico stendiamo un velo, ma non di pietas piuttosto di radicata xenofobia. La paura potrebbe essere che dei bambini a cui si concede il diritto di essere italiani possano estirpare dal cuore degli uomini una lunga educazione sul senso di colpa cristiano. E come non temerli!
Mi viene in mente per opposizione che nella cultura buddista giapponese il luogo di nascita è responsabilità di ciascuno cioè è una scelta. Nel buddismo si sceglie dove si nasce, chi sono i propri genitori, niente è un caso e niente è immutabile. Pensate a come cambia il percorso di che conduce una persona verso la libertà e la determinazione di sé se ogni gesto e parola è scelta e può essere migliorata. Non dico questo per dimostrare cosa sia meglio, ma per sottolineare la necessità che le nostre posizioni si confrontino il mondo degli Altri.
Nascere da qualche parte non vuol dire meritarlo, vuol dire averlo scelto e così è per tanti bambini di genitori italiani e altri di origine straniera. Ma non finisce qui perché tanti scelgono di nascere in altre parti del mondo e di cambiare, di muoversi e di vivere altrove.
Cosa può fare credere che qualcuno possa essere privato del diritto di scelta e di cambiamento? Lo stesso incardinato sistema di pensiero per cui un principio e il mondo sono immutabili che poi equivale a non avere speranza, desideri ed energia sufficiente a costruire un mondo di pace.
Se non possiamo essere tutti italiani, voglio essere cittadina di Altrove.
 

Valentina Rizzo

 

[l’immagine è de L’Unità.it del 15 giugno]