Riceviamo e pubblichiamo una nota di Salvatore Astorina, in merito al Commissariamento dei Giovani Democratici.
Non posso che esprimere un profondo dissenso ed un profondo rammarico. Il commissariamento del circolo è stato un atto brutale, avversato dalla quasi totalità del circolo ed incomprensibile tanto sul piano politico quanto sul piano umano. Che senso ha, infatti, commissariare un circolo che lavora bene, che si è fatto vedere in città, che è tra i più attivi in Sicilia, solo per l’ambizione di pochi? Io non riesco a capirlo. Per me è stato un onore rappresentare e lo è tuttora questo circolo: l’affetto dei miei compagni è stato molto importante. Mi sarebbe piaciuto anche ricevere una chiamata dal Segretario Regionale o dal presunto Commissario, ma è evidente che sentono il peso di quello che si presenta come un atto di mera vigliaccheria.
Credo di aver fatto crescere il circolo e di averlo potenziato: la nostra attività, svolta assieme ai miei compagni di viaggio, è stata importante. Ma è evidente che qui funziona così: se stai con chi conta vai avanti, se hai una tua autonomia di pensiero, senza santi e protettori, sei punito.
Sono molto deluso dalla linea politica del mio Partito, dall’esempio che dà il mio Partito. Il verbo da Roma, portato dal Segretario Nazionale, Renzi, sembra essere sintetizzabile così: o con noi o contro di noi e la scomunica per tutti coloro i quali non seguono la legge del capo. Se è così, se funziona così, questo Partito di democratico ha ben poco, e la Giovanile si sta rapidamente adeguando, diventando un’organizzazione che pare una caserma, dove c’è chi decide, chi esegue, chi subisce.
Forse è questa la mia colpa, quella di essere un eretico: non ho mai avvallato certe logiche, ho sempre combattuto contro questo sistema ed ora pago a caro prezzo il coraggio di aver tenuto sempre le mie idee e quello di aver cercato di svolgere con dignità e non servilismo il mio ruolo. In generale, ho notato da parte di una esigua minoranza di ragazzi, che sono stati coloro i quali hanno inciso sulla scelta del commissariamento e si contano sulle dita di una mano, altro che “pluralità di iscritti”, un insistenza ad imitare i grandi nel peggio, alcuni hanno voluto anteporre prima non il bene comune ma il bene personale. Ho sempre lottato contro questo modo di fare politica, perché è vecchio e marcio, e chi ha contestato il tesseramento, lo ha fatto solo per i propri sporchi interessi e non perché abbia trovato le regole poco chiare. Pensate che durante lo scorso tesseramento, quello tanto contestato, il segretario regionale chiese di conservare un pacchetto di tessere al neo nominato commissario, altro che “alla casa comune bisogna voler bene”. Io questo non lo tollero e non lo tollererò mai e voglio continuare a credere in una versione buona e bella della Politica, con la “P” maiuscola. Inoltre ricordo anche al commissario, bravissimo a predicare bene, ma con la memoria molto corta, che nei luoghi democraticamente previsti, come le direzioni, lui non ha avuto mai il coraggio di affrontare gli iscritti e chiarire definitivamente la sua posizione e quella dei suoi pochi amichetti.
Pensano di allontanarmi con una carta bianca, ma non si conquista il consenso con le carte ed i fogli, ma con la fiducia dei tanti ragazzi e ragazze che con me si sono sporcate le mani sul territorio per costruire un partito plurale e non limitato alle quattro mura di una sezione, dove chiunque ha potuto dire la sua liberamente e fuori da ogni condizionamento. A loro dico grazie”!

Salvatore Astorina