Un grande passo avanti della Tunisia democratica : il 26 luglio l’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo (il Parlamento tunisino) ha approvato all’unanimità la legge per il contrasto alla violenza contro le donne .
E’ il risultato del lavoro di tre anni delle deputate, soprattutto di quelle delle formazioni democratiche presenti in parlamento e della grande mobilitazione della società civile, e in essa dell’Associazione delle Donne Democratiche (ATFD).
Le parlamentari, le attiviste, le ragazze delle associazioni non hanno nascosto la loro commozione e la loro soddisfazione a Tunisi, nelle altre città e sui media. Molte di loro hanno voluto dichiarare che “questa legge non è stata combattuta contro gli uomini ma contro i dicktat sociali discriminatori nei confronti delle donne”.
La battaglia, appunto, è stata lunga e non facile, nemmeno all’interno del campo delle donne in cui convivevano (e convivono) impostazioni molto distanti tra loro, da quelle di chiaro orientamento femminista e antiomofobo ad altre che ritengono di poter riconoscere ‘maggiorenni sessuali’ le ragazze di 13 anni , alcune che continuavano a sostenere l’incompatibilità della legge con i valori arabo-mussulmani di difesa della famiglia. Ma alla fine le posizioni più retrograde sono state emarginate.![](http://www.ennaora.it/wp-content/uploads/2017/07/Schermata-2017-07-29-alle-17.16.39-300x295.png)
La legge riconosce le violenze fisiche, psicologiche ee economiche contro le donne, prevede misure di protezione e la presa in carico delle vittime, assegna un importante ruolo alla stampa e all’educazione in materia di prevenzione. La violenza contro le donne esce dal privato e lo Stato, che si impegna a proteggere le vittime, può portare in tribunale il responsabile di violenza anche se la vittima ritira la sua denuncia.
In campo economico è vietato l’impiego di minori nei lavori domestici (quasi sempre bambine), sono previsti da 3 a 6 mesi di carcere per lo sfruttamento di minori , pratica ancora diffusa purtroppo nelle città e nel sud più povero del Paese.
E’ il risultato del lavoro di tre anni delle deputate, soprattutto di quelle delle formazioni democratiche presenti in parlamento e della grande mobilitazione della società civile, e in essa dell’Associazione delle Donne Democratiche (ATFD).
Le parlamentari, le attiviste, le ragazze delle associazioni non hanno nascosto la loro commozione e la loro soddisfazione a Tunisi, nelle altre città e sui media. Molte di loro hanno voluto dichiarare che “questa legge non è stata combattuta contro gli uomini ma contro i dicktat sociali discriminatori nei confronti delle donne”.
La battaglia, appunto, è stata lunga e non facile, nemmeno all’interno del campo delle donne in cui convivevano (e convivono) impostazioni molto distanti tra loro, da quelle di chiaro orientamento femminista e antiomofobo ad altre che ritengono di poter riconoscere ‘maggiorenni sessuali’ le ragazze di 13 anni , alcune che continuavano a sostenere l’incompatibilità della legge con i valori arabo-mussulmani di difesa della famiglia. Ma alla fine le posizioni più retrograde sono state emarginate.
![](http://www.ennaora.it/wp-content/uploads/2017/07/Schermata-2017-07-29-alle-17.16.39-300x295.png)
La legge riconosce le violenze fisiche, psicologiche ee economiche contro le donne, prevede misure di protezione e la presa in carico delle vittime, assegna un importante ruolo alla stampa e all’educazione in materia di prevenzione. La violenza contro le donne esce dal privato e lo Stato, che si impegna a proteggere le vittime, può portare in tribunale il responsabile di violenza anche se la vittima ritira la sua denuncia.
In campo economico è vietato l’impiego di minori nei lavori domestici (quasi sempre bambine), sono previsti da 3 a 6 mesi di carcere per lo sfruttamento di minori , pratica ancora diffusa purtroppo nelle città e nel sud più povero del Paese.
Sempre in tema di minori è stato introdotto un cambiamento epocale: è stato abrogato il famigerato articolo 227 bis del Codice Penale, che consentiva ad un uomo che intrattiene relazioni sessuali con una mionorenne di evitare la condanna e la detenzione semplicemente…sposando la sua vittima.
Le nuove norme prevedono 6 anni di carcere per rapporti sessuali anche consenzienti con una mionore di 16 anni e 5 anni di carcere se la vittima ha tra i 16 e i 18 anni. Le pene sono raddoppiate se il responsabile del reato fa parte dell’ambito familiare o di prossimità.
La maggiore età (sessuale) è stata portata dai 13 ai 16 anni.
Alcuni aspetti che riguardano il diritto di famiglia (eredità, adulterio, divorzio) sono rimasti in ombra e certamente verranno affrontati dalle agguerrite giuriste e avvocate tunisine che si battono nei tribunali e che alzeranno lo scontro anche su questi aspetti.
Questa legge riprende lo spirito della Costituzione del 2014, un risultato della Primavera dei gelsomini e riflette l’incessante mobilitazione delle tunisine di tutte le età nel corso degli ultimi anni.
Si attende la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La legge sarà in vigore a sei mesi dalla pubblicazione.
Le nuove norme prevedono 6 anni di carcere per rapporti sessuali anche consenzienti con una mionore di 16 anni e 5 anni di carcere se la vittima ha tra i 16 e i 18 anni. Le pene sono raddoppiate se il responsabile del reato fa parte dell’ambito familiare o di prossimità.
La maggiore età (sessuale) è stata portata dai 13 ai 16 anni.
Alcuni aspetti che riguardano il diritto di famiglia (eredità, adulterio, divorzio) sono rimasti in ombra e certamente verranno affrontati dalle agguerrite giuriste e avvocate tunisine che si battono nei tribunali e che alzeranno lo scontro anche su questi aspetti.
Questa legge riprende lo spirito della Costituzione del 2014, un risultato della Primavera dei gelsomini e riflette l’incessante mobilitazione delle tunisine di tutte le età nel corso degli ultimi anni.
Si attende la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La legge sarà in vigore a sei mesi dalla pubblicazione.
MABRUK TUNISIA !
Mediterranea
luglio 2017
a cura carlapecis@tiscali.it
luglio 2017
a cura carlapecis@tiscali.it