BARRAFRANCA. C’è una svolta nell’indagine sull’omicidio dell’avvocato di Barrafranca Antonio Giuseppe Bonanno, vittima di un agguato a colpi di pistola calibro nove, davanti alla sua proprietà di campagna alle 21,30 del 28 settembre 2016, il cui cuore ha cessato di battere dopo due giorni di agonia, per la grave perdita di sangue dovuta al perforamento del fegato e di un rene. La Dda di Caltanissetta ha disposto un accertamento biologico, dando incarico a un perito, per analizzare le componenti meccaniche ed elettroniche della macchina usata dai killer. L’auto, una Fiat Punto rubata, nelle intenzioni degli assassini doveva essere distrutta dal fuoco. Ma per la fretta di fuggire dalla scena del rogo, gli autori dell’omicidio non hanno aspettato che le fiamme divampassero, avvolgendo il veicolo. Così il fuoco dopo qualche istante si è spento, lasciando la vettura quasi intatta, con buona pace degli autori dell’omicidio, evidentemente poco accorti o sprovveduti. Sin da subito si era detto che nella vettura si sarebbero potuti trovare dna o impronte digitali. Ma adesso sono stati disposti nuovi accertamenti, non solo nell’abitacolo – dove gli assassini, con un minimo di accortezza, possono aver evitato di lasciare tracce: bastava usare guanti e tute da carrozziere, come hanno fatto in passato tanti killer di mafia, per evitare che rimanessero indizi, nonostante l’auto poi doveva essere bruciata – ma anche nelle componenti meccaniche ed elettroniche. Prima del delitto potrebbero esser stati costretti ad aggiustare qualche pezzo della macchina e aver lasciato impronte o altri residui, magari di sudore, visto che le temperature di quel settembre furono decisamente al di sopra delle medie.
Da qualche giorno dunque un esperto di tracce biologiche, designato dalla Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta, lavora alla ricerca di reperti nei pezzi meccanici. E potrebbe essere questa la prima, vera, svolta dell’inchiesta. L’assassino sparò tre colpi e tutti e tre andarono a segno, colpendo la vittima sotto l’addome. Agì vigliaccamente sparando alle spalle, nonostante l’avvocato, chiaramente, fosse disarmato. Poi l’intervento chirurgico, con cui i medici di Caltanissetta nella notte tra mercoledì 28 e giovedì 29 provarono in tutti i modi a salvargli la vita, non ci fu nulla da fare. Quando fu eseguita l’autopsia anche la famiglia partecipò, designando come legali della persona offesa gli avvocati Angelo Spataro e Salvatore Bonincontro, che a loro volta designarono un medico legale per partecipare all’esame autoptico. Adesso le nuove attività tecniche sono state svolte nella forma dell’accertamento tecnico irripetibile. L’avvocato Bonanno era un professionista molto conosciuto e stimato, che si occupava prevalentemente di cause civili, ma anche di penale. Non difendeva imputati per associazione mafiosa, ma le indagini sono passate per competenza alla Dda di Caltanissetta per le modalità del delitto, che lasciano pochi dubbi sullo stampo mafioso dell’agguato.