di Josè Trovato

LEONFORTE. Polizia di Stato batte Associazione Antiracket LANA 1-0. Si è chiuso così – ma il risultato era del tutto marginale – il quarto torneo di calcio intitolato “Diamo un calcio alla mafia”, alla memoria di Andrea Manganaro, il compianto vicequestore e dirigente del commissariato scomparso il 4 ottobre del 2003 in un incidente di caccia. Impegnato in delicate inchieste antimafia anche in territorio messinese, Manganaro riuscì, fra l’altro, a risolvere in tempo record il giallo del cosiddetto omicidio “dei fidanzatini” di Leonforte, un delitto di mafia, avviando un’inchiesta che portò poi – diversi anni dopo – alle condanne definitive dell’intero commando di assassini, capeggiato dal leonfortese Rosario Mauceri, che prese l’ergastolo. La figura di Manganaro ha lasciato un segno indelebile nella comunità leonfortese e nel cuore dei suoi uomini, che ancora oggi lo ricordano con affetto.

A lui è dedicata una stele all’interno del commissariato di via Borzì, quel posto di polizia un po’ all’antica che proprio lui aveva voluto, nel cuore del centro storico leonfortese, coordinando un laborioso trasloco a ridosso di piazza Branciforti, dalla zona “alta” del corso Umberto. Alla cerimonia tra gli altri, oltre ai ragazzini delle scuole, erano presenti alcuni familiari del vicequestore Manganaro – a cui l’associazione LANA, presieduta da Gaetano Ficarra, ha consegnato delle targhe – il sindaco di Leonforte Carmelo Barbera e il sindaco di Nissoria Armando Glorioso. C’era il dirigente del commissariato di Leonforte Alessio Puglisi e il personale quasi al completo. Una giornata all’insegna della legalità e della memoria del commissario Manganaro, al campo sportivo comunale.