Bohemian Rhapsody, il biopic dedicato alla vita di Freddie Mercury  (interpretato da Rami Makel) e al gruppo dei  Queen,  nonostante il broncio dei fan più affezionati  (che hanno subito fatto notare le inesattezze biografiche)  è  stato  considerato fenomeno di incassi, ottenendo un successo inaspettato in tutto il mondo.  Perché? Generazioni diverse hanno affollato i cinema dimostrando che i testi dei Queen sono conosciuti da adulti e ragazzi  e che la storia del cantante riesce ancora a far piangere chi lo ha amato e chi, prima del film sapeva poco o niente di lui. La scelta vincente è stata sicuramente la musica,  intramontabile che, favorita dall’ambiente cinematografico e dal volume, dà l’idea di essere seduti a un concerto.
Scegliere di mantenere la vera voce di Freddie Mercury, è stata la scelta giusta.   Ovviamente anche l’attore protagonista ha fatto molto. Ma questo accade in molti film, perché Bohhemian Rhapsody ha fatto il botto?  La frase  che più ha toccato gli spettatori  è stata pronunciata dallo stesso “Freddie” nel film: “ Siamo quattro emarginati male assortiti che suonano per altri emarginati: i reietti in fondo alla stanza che sono piuttosto certi  di non potersi integrare. Noi apparteniamo a loro”.  Quindi un film per tutti ispirato  alla storia di un gruppo che era per tutti.  Un gruppo  libero, fatto di ragazzi diversi tra loro  che volevano tutto: la libertà espressiva, il successo, il divertimento estremo, il romanticismo, la qualità! Freddie era il “Paki” che sognava un’esistenza splendida, da Queen! Tra di loro,  Brian May, il fondatore, laureato con tanto di lode in fisica,  un genio che si rifiutava di  rimanere intrappolato sempre  nella stessa musica,  di usare sempre lo stesso sound. 
I Queen hanno valorizzato e unito vari generi musicali: ovviamente il rock  (hard  e glam) ma anche il pop fino ad arrivare allo stile teatrale e non solo con A night at the opera.  Come non ricordare Barcelona ?   La sperimentazione sonica è una delle chiavi di lettura del successo di questa band. Ma anche i testi che parlano di amore e libertà, o buttati giù per caso come  Radio Ga Ga  inspirata dalle prime parole pronunciate dal figlio piccolo di Roger Taylor (ga ga) per raccontare gli anni d’oro della Radio con nostalgia . Testi che fanno rabbrividire  se solo si pensa a tradurli dopo averli ascoltati  (quale donna non sogna che il suo amore le dedichi I was born to love you?) ma il vero fenomeno sono stati  loro, i Queen, che con le loro personalità carismatiche e particolari, hanno saputo essere umani prima che stelle della musica. Freddie Mercury,  ha voluto  utilizzare  la sua straordinaria voce come mezzo di cambiamento totale, l’ esempio di  un ragazzo che decide di rompere con il suo passato, annullare il suo nome ( per ogni individuo la storia del nome rappresenta  il principio della propria storia di vita). Vivere in maniera estrema, ottenendo tutto, da Regina,  pur rimanendo bisognoso di amore, quell’amore puro che solo  Mary Austin,  sapeva dargli, nonostante il rapporto si fosse chiuso per la scoperta dell’omosessualità di lui.  Il rapporto tra Freddie e Mary  ispira chi pensa che esistano amori che superano le barriere del tempo e dell’impossibilità di condividere lo stesso progetto di vita perché l’amore è amore, al di là di tutte le categorie in cui le culture  cerchino  di incasellarlo.
L’aids riporta il cantante  alla sua condizione umana quando, all’apice del suo successo, il personaggio che si era creato  stava allontanandolo dalla sua stessa persona, dagli amici, dalla famiglia, da Mary.  Per decidere, solo alla fine, di tornare alle origini che aveva negato tutta la vita: la famiglia e l’ultimo rituale della vita come ritorno alla fede zoroastriana (fu cremato e solo Mary Austin conosce il luogo in cui sono state sparse).La sua storia fa ridere e piangere, il suo stile colpisce , attrae e scandalizza (proprio come voleva lui) . Un frontman edonista e sfrenato periodicamente depresso e inconsapevole . Il segreto del suo successo lui lo sapeva e lo ha condiviso prima di morire: “ho sempre saputo di essere una star, ora tutto il mondo è d’accordo con me”.

Nunzia Villella