di Josè Trovato

LEONFORTE. Secondo la Dia di Caltanissetta, ci sarebbe una sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni che gli apparterrebbero o che sarebbero riconducibili a lui. Questo porta gli inquirenti a presupporre che l’imprenditore leonfortese Ettore Forno, 51 anni, abbia creato una fortuna economica illegalmente. E per questa ragione è in corso un sequestro di beni, emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Caltanissetta, su proposta del direttore della Dia, per un valore stimato di 7 milioni e mezzo di euro.
Va evidenziato che i sequestri di questo tipo devono ancora passare dal vaglio della magistratura, dunque è presto per dire se le cose stiano effettivamente come sostiene l’accusa e se il sequestro, dunque, resterà in piedi oppure no.
Il provvedimento è scaturito da un’indagine del 2010, avviata dal Centro Operativo della Dia, in collaborazione con i carabinieri della Compagnia Enna, su delega della Dda (la direzione distrettuale antimafia). Sulla base di intercettazioni e varie acquisizioni documentali la Dia ipotizza “condotte illecite” e un “complessivo disegno criminoso posto in essere da Forno”. L’imprenditore leonfortese, inoltre, avrebbe vantato una fitta rete di complicità.
La direzione investigativa antimafia ha denunciato un direttore di banca, che avrebbe, secondo quanto sostengono gli inquirenti in un procedimento a parte, informato Forno degli accertamenti bancari che gli inquirenti stavano eseguendo. Direttore che, inoltre, avrebbe omesso di segnalare ingenti movimentazioni bancarie di presunta origine illecita all’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia.
Il profilo di Ettore Forno ricostruito la Dia
Gli uomini della Dia, nella ricostruzione del profilo di Forno, partono da un presupposto: non risulta inserito in alcuna associazione criminale organizzata. In poche parole, Forno non è ritenuto vicino alla mafia.
Nel 2004 ha ricevuto un avviso orale del Questore. Nel 2005 fu indagato dalla Guardia di Finanza e condannato a 1 anno e un mese per truffa. Poi ha preso una condanna a 1 anno e 1 mese per traffico illecito di dati, a seguito di un’indagine condotta tra il 2002 e il 2003 dalla stazione dei Carabinieri e dal Commissariato di Leonforte. Di recente è stato condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi per usura, reato che avrebbe commesso tra il 2004 e il 2009. L’episodio in questione riguarda l’ipotesi di usura ai danni di un commerciante leonfortese che si tolse la vita, “verosimilmente”, per dirla con le parole del giudice di primo grado del Tribunale di Enna Luisa Maria Bruno, a causa delle difficoltà finanziarie in cui versava la sua impresa, vessata da prestiti a tassi illegali. Questo procedimento, va evidenziato, è ancora pendente in appello.
Le indagini, dallo spunto all’attività svolta
Le indagini sono partite dall’elevato tenore di vita, dal consistente patrimonio immobiliare posseduto o dalla gestione di fatto, secondo gli investigatori, di alcune società a lui direttamente o indirettamente riconducibili.
L’indagine, effettuata in collaborazione con la Compagnia  dei Carabinieri di Enna, sostanzialmente è stata condotta attraverso intercettazioni telefoniche e video, acquisizioni di documenti bancari, interrogatori e l’esame di documenti, acquisiti a seguito di perquisizioni effettuate presso uffici pubblici o aziende private.
Gli accertamenti bancari avrebbero evidenziato, innanzitutto, “un’elevatissima movimentazione bancaria in termini di importi complessivi”; “il ricorso ad ingente utilizzo di denaro contante”, “il ricorso a continui atti preliminari, molti dei quali non registrati e che non hanno trovato la successiva formalizzazione, finalizzati soltanto a dare “apparente giustificazione” dei relativi flussi finanziari”, “una complessiva movimentazione bancaria nettamente superiore, e quindi sproporzionata, rispetto alle dichiarazioni fiscali presentate da Forno”.
Da qui gli inquirenti giungono ad accusare Forno di aver avuto “una condotta generalmente antigiuridica, sfrontata ed impassibile, in palese e continua violazione anche delle più elementari norme, priva di ogni scrupolo, che ha cagionato alle sue vittime gravi danni sia di natura economica, sia di natura etico-psicologica”.
Ecco l’elenco dei beni sequestrati
Le attività economiche e i beni oggetto del provvedimento riguardano:
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “FIZTEL srl” di Leonforte, avente per oggetto il “commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche”, dichiarata fallita il 26 febbraio 2016;
– il 90 per cento di quote della società FE.MA. sas di A.M. &C di Leonforte, avente per oggetto la generica attività di “sale giochi e biliardi”;
– una quota di partecipazione intestata a L.L.P., rappresentativa del 10 per cento del capitale sociale della società “PFL COSTRUZIONI srl”, avente per oggetto “la costruzione di edifici residenziali e non residenziali”;
– l’intero intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della ditta individuale  “KOUMUNIKA di P.F.” di Leonforte, esercente l’attività di “commercio al dettaglio di telefonia ed apparecchi di telecomunicazione”;
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “BREAK COFFEE VILLAGE srl” con sede ad Agira, avente ad oggetto la “somministrazione di  bevande ed alimenti”. Nello specifico, puntualizza la Dia, si tratta di un avviato e frequentato bar-ristorante sito all’interno dell’Outlet;
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “B.I.F. COSTRUZIONI srl” di Leonforte, avente per oggetto “la costruzione di edifici residenziali e non residenziali”;
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “F.I. COSTRUZIONI srl” di Leonforte, avente per oggetto “la costruzione di edifici residenziali e non residenziali”;
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “SAI COSTRUZIONI srl” di Leonforte, avente ad oggetto “la costruzione di edifici residenziali e non residenziali”;
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “EDEL BAU srl” di Leonforte, avente ad oggetto “la costruzione di edifici residenziali e non residenziali”;
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “IPSALE GROUP srl” di Leonforte, avente ad oggetto “la produzione di calcestruzzo”, 
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “FINGLOBAL srl” di Leonforte, avente ad oggetto “compravendita di beni immobili”;
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “BACIANTE  srl” di Leonforte, avente ad oggetto “l’attività di estrazione di ghiaia, sabbia e argille”;
– l’intero capitale sociale e complesso dei beni strumentali e di ogni altro bene destinato all’attività d’impresa della società “AGRIPSALE  srl” di Leonforte e unità locale di agriturismo ad Assoro, avente ad oggetto “l’attività nel settore delle coltivazione e degli agriturismi”. L’agriturismo, sottolinea la Dia, denominato “Lo Sperone”, è costituito da una sala interna adibita a ristorante ed una rilevante terrazza adibita anch’essa a ristorazione nel periodo estivo; alla struttura, oltre a vari terreni agricoli, è annessa una piscina scoperta ed un fabbricato ad un piano adibito ad albergo. Il predetto agriturismo assume altresì rilevante valore economico in quanto è situato nelle immediate adiacenze dello svincolo autostradale Mulinello dell’autostrada A19 Palermo-Catania;
– due terreni per circa 19 are a Nissoria;
– otto terreni per circa  235 are ad Acireale, ritenuti di rilevante valore economico in quanto siti in una zona commerciale e ottimamente serviti dallo svincolo autostradale di Acireale dall’autostrada A18 Catania-Messina;
– quattro fabbricati a Nissoria, tra cui spicca una lussuosa villa con piscina;
– tre fabbricati a Leonforte;
– e dieci rapporti bancari.
Quella che segue è l’intervista di Josè Trovato al Capo Centro della Dia di Caltanissetta, il colonnello Giuseppe Pisano.