BARRAFRANCA. Fu vittima di un clamoroso scambio di persona e arrestato con l’accusa di essere l’autore dell’accoltellamento di un ventenne romeno, durante le feste in piazza per il martedì grasso del 2011. E così per Salvatore Crapanzano, 59 anni – che era stato scagionato quasi subito dallo stesso giovane romeno – adesso è arrivata la sentenza di assoluzione dall’accusa di tentato omicidio. La sentenza è stata emessa dal tribunale collegiale penale di Enna, presieduto da Francesco Paolo Pitarresi, giudici a latere Agate e Cirincione. La vittima dell’aggressione, come detto, era un giovane romeno, che dopo qualche giorno fu arrestato dalla polizia perché su di lui, hanno scoperto gli inquirenti mentre si trovava in ospedale, pendeva un mandato di cattura internazionale per una rapina, fatta in Romania. Prima di tornare in patria, però, la vittima fu interrogato con le forme dell’incidente probatorio. Lui che, secondo i carabinieri che lo avevano arrestato, inizialmente, aveva riconosciuto Crapanzano, disse di no, che non era lui, ricordando di aver detto sin dall’inizio di aver riconosciuto, piuttosto, un uomo con il pizzetto, che si trovava a Barrafranca quella sera. In favore di Crapanzano, inoltre, deponevano vari altri fattori, come l’esser stato visto poco dopo l’aggressione senza alcuna macchia di sangue. Ma soprattutto la difesa ha puntato l’indice contro il riconoscimento effettuato all’ospedale Sant’Elia, poco dopo il tentato omicidio, dove il romeno era stato ricoverato in prognosi riservata. L’imputato, oggi assolto, era stato riconosciuto fra sei foto, ma la sua era l’unica a colori e sarebbe stata, secondo l’avvocato, quattro volte più grande delle altre.
In pratica, secondo quanto è emerso dal processo, quella sera ci fu una rissa in piazza. Crapanzano era lì con la famiglia. I giovani provenienti dalla Romania, secondo quanto ricostruito, avrebbero disturbato, ubriachi, le persone presenti su un carro, dov’erano anche alcune ragazze, provocando le proteste di giovani e adulti presenti. Sin dall’inizio, Crapanzano si è sempre professato innocente e vittima di un errore. Ora la sua innocenza è stata stabilita anche dal tribunale. All’epoca dell’interrogatorio, l’uomo ammise solo di essere intervenuto per non fare avvicinare due persone alle sue bambine, ma disse a chiare lettere di non aver accoltellato nessuno e aggiunse di aver chiamato un vigile urbano per chiedergli di intervenire, a dimostrazione ulteriore della sua buona fede. Ma fu comunque arrestato. L’avvocato Paolo Giuseppe Piazza, difensore dell’imputato assolto, non ha commentato la sentenza, esprimendo solo soddisfazione perché il processo ha dimostrato l’estraneità del suo cliente dalle accuse, tant’è che a chiederne il proscioglimento era stato per primo, al termine della requisitoria, lo stesso pubblico ministero.