di Josè Trovato

LEONFORTE. Due arresti in ventiquattro ore per il pregiudicato leonfortese Gaetano Cocuzza, catturato in quella che la polizia ha battezzato operazione “Thor”. La prima volta Cocuzza, che fu coinvolto nell’operazione antimafia Homo Novus, è stato preso dagli agenti della squadra mobile di Enna e del commissariato di Leonforte, diretti dal vicequestore Gabriele Presti e dal commissario capo Alessio Puglisi, per spaccio. Poi, una volta posto ai domiciliari, gli agenti hanno fatto scattare una perquisizione e trovato una pistola clandestina, di quelle in uso esclusivamente alle forze dell’ordine o alle forze armate, più alcune munizioni da guerra.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, era in corso un servizio antidroga e in cerca di armi, disposto dal questore Antonino Pietro Romeo. E i due arresti, per il trentunenne leonfortese, sono scattati lunedì sera e nelle notte tra martedì e mercoledì.
Il primo episodio, come detto, risale al pomeriggio di lunedì. Gli agenti lo hanno individuato mentre era per strada. Vedendo la polizia, Cocuzza avrebbe iniziato a innervosirsi, ma gli investigatori lo hanno sottoposto a perquisizione, atto esteso anche a casa sua. Dopo una minuziosa attività di ricerca, in un balcone, ben nascosti nel vano della caldaia, sono stati trovati due panetti di hashish, del peso complessivo di circa 150 grammi. Dentro casa c’era invece un bilancino di precisione, utilizzato per la pesatura dello stupefacente, della carta stagnola utilizzata per il confezionamento delle dosi, e due coltelli intrisi di sostanza stupefacente utilizzati per tagliare l’hashish. La perquisizione permetteva di rinvenire, inoltre, la somma in contanti di complessivi 310 euro, in banconote di piccolo taglio, ritenuta il possibile provento dello spaccio.

Così è scattato l’arresto, su disposizione del sostituto procuratore Domenico Cattano. All’accusa di spaccio si è unica la violazione delle libertà vigilata. Cocuzza è stato portato in carcere, ma poi il gip gli ha concesso i domiciliari.
A quel punto però gli inquirenti hanno sospettato che nell’abitazione del giovane potesse esserci dell’altro. Usando un metal detector sono tornati a casa Cocuzza. E nel garage l’apparecchio elettronico ha cominciato a suonare in prossimità di un lavandino. Per questo il lavabo è stato demolito. E dentro c’era una pistola, ritenuta “arma da guerra”: una beretta calibro 9 parabellum, con tanto di caricatore e munizioni, che risulta rubata anni fa a un appartenente alle forze dell’ordine. La pistola era in perfetto stato di conservazione, in quanto ricoperta di uno strato di grasso. Fra l’altro, uno dei vari segni distintivi dell’arma era stato abraso, motivo per cui l’arma viene ritenuta anche clandestina.

Così è scattato il secondo arresto per il giovane, su disposizione del sostituto procuratore Francesco Lo Gerfo. In questo modo Cocuzza è tornato in carcere. Ora si attende la convalida. Dovrà comparire nuovamente di fronte a un gip.
Ecco il video dell’operazione “Thor”.