Chi ha rubato le parole di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino? Ruota attorno a questa domanda la storia di “Le parole rubate”, spettacolo tratto dall’omonimo libro dei giornalisti Gery Palazzotto e Salvo Palazzolo, interpretato da Gigi Borruso ed accompagnato dalle musiche scritte Marco Betta, Diego Spitaleri e Fabio Lannino che sabato 27 aprile alle ore 20.30, sarà messo in scena al Teatro Garibaldi di Enna per la stagione organizzata dall’Amministrazione comunale e diretta artisticamente da Mario Incudine,
Una storia che parte da due immagini. Sabato 23 maggio 1992, ore 22. Quattro ore dopo la strage di Capaci, due magistrati e un ufficiale dei carabinieri entrano nell’ufficio di Giovanni Falcone al ministero della Giustizia, si guardano intorno e non toccano nulla: lasciano lì i computer, i documenti e gli appunti del magistrato appena assassinato. Entrano, guardano e se ne vanno.  Cinquantasette giorni dopo, sabato 19 luglio, alle ore 16.57, Paolo Borsellino scende dalla sua auto blindata in via d’Amelio a Palermo. In una mano ha una sigaretta, nell’altra l’accendino. La borsa con la sua agenda rossa è in auto e lì rimarrà sin quando, due minuti dopo, Cosa Nostra farà esplodere una Fiat 126 imbottita con 90 chili di tritolo. Poi quell’agenda sparirà. Da Capaci a via d’Amelio, la storia di quei cinquantasette giorni è il resoconto di un’epidemia di distrazione collettiva.
A più di 25 anni di distanza  si ricostruisce, per la prima volta, il più grande cambio di scena a sipario aperto che la nostra democrazia ricordi. Si racconta di quando in un’eclissi della demo-crazia, nel buio del vuoto di potere, entrarono in azione gli specialisti del depistaggio che, seguendo un metodo ben collaudato, sottrassero le parole più importanti dei due magistrati assassinati. “Le parole rubate”, che vede in scena l’attore Gigi Borruso con i musicisti Fabio Lannino (basso e contrabbasso elettrico) e  Diego Spitaleri (pianoforte) è il drammatico monologo di un uomo che incastra i tasselli di un puzzle rimasto incompiuto per più un quarto di secolo.