Sono 1971 i video pedopornografici individuati e immediatamente denunciati alla Polizia Neozelandese, ai Server Provider responsabili con estensione .nz , e  per conoscenza alla Polizia Postale Italiana (Compartimento di Catania). I server Provider hanno immediatamente comunicato a Meter onlus non solo l’immediata cancellazione dei contenuti ma la collaborazione con le competenti autorità per l’individuazione dei soggetti criminali e la identificazione delle migliaia di bambini coinvolti in questo turpe mercato. Le segnalazioni sono state formalmente inoltrate.
I video erano suddivisi in cartelle, denominate CP (child porn). Il contenuto è inenarrabile, perverso e con violenze inaudite: dai neonati ai preadolescenti (l’80% di sesso femminile), in alcuni casi gli stessi abusatori sono palesemente a viso aperto, individuabili (e forse certi di non essere mai indagati).
Numeri impressionanti. Nei primi mesi del 2019 (gennaio-marzo) Meter ha già denunciato: n. 4.937.662 foto, 83.117 video, 2.575 link. Dati tutti documentabili delle denunce inoltrate alle diverse Forze di Polizia nel mondo.
Don Fortunato Di Noto, presidente di Meter onlus dichiara: “Meter, continua la sua opera, senza mai indietreggiare, di denuncia alle autorità di Polizia e ai Server Provider collaborativi. Nei primi mesi del 2019 (gennaio-marzo) ha già denunciato: n. 4937662 foto, 83117 video, 2.575 link. Non si dimentichi che in ogni foto e video ci sono bambini già abusati, soggetti e gruppi pedocriminali che lucrano su questi inenarrabili prodotti di sfruttamento sessuale e nuove forme di schiavitù sui bambini. La complicità silente di molti Server Provider e l’inefficienza per l’individuazione di tali soggetti criminali a causa della mancata collaborazione internazionale. Lottare contro la pedofilia e la pedopornografia è un impegno di tutti. Si spera.”