di Josè Trovato

Secondo polizia e carabinieri, ci sarebbero loro dietro l’escalation di furti che, tra dicembre e febbraio, hanno messo in allarme gli abitanti di Enna bassa, ma visto vittima anche proprietari di case e cantieri del Nisseno e dell’Agrigentino. Per questa ragione, all’alba di oggi, i poliziotti della squadra mobile di Enna e i carabinieri della compagnia di Enna, hanno arrestato tre rumeni residenti a Canicattì, il trentunenne Cosmin Aristotel Sulic e i fratelli Adrian e Florin Bureta, rispettivamente di 28 e 25 anni. È questo l’esito dell’operazione Jewel Thieves, dall’inglese “ladri di gioielli”, con cui all’alba di oggi polizia e carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i tre, emessa dal gip Luisa Maria Bruno su richiesta del sostituto procuratore Domenico Cattano e del procuratore Massimo Palmeri. L’accusa di associazione a delinquere finalizzata ai furti ipotizza un’organizzazione “operante in tutto il territorio siciliano, con base operativa a  Canicattì, preminentemente dedita alla commissione di reati contro il patrimonio e, nello specifico, di furti in abitazione, furti di materiale presso cantieri, nonché furti di rame in danno della società telefonica Telecom Italia Spa, commessi nei territori delle province di Enna, Agrigento e Caltanissetta” da dicembre 2018 a febbraio 2019.
Grazie all’azione degli investigatori, è stata recuperata anche parte della refurtiva, come monili e gioielli.
L’inchiesta, partita dalla serie di furti in abitazione avvenuti a Enna bassa, tutti perpetrati da ladri che si arrampicavano, dopo aver forzato un infisso, ai piani superiori delle abitazioni – con tanto di pali all’esterno, linguaggio in codice e piano di emergenza per bloccare le porte, nel caso fossero rientrati i proprietari – ha vissuto una svolta l’11 gennaio scorso; quando furono individuati alcuni possibili autori di un furto a Enna bassa, e scovata parte della refurtiva.
Rapidamente polizia e carabinieri hanno puntato la loro lente d’ingrandimento sull’attività dei tre rumeni. Con intercettazioni telefoniche e analisi di tabulati telefonici pregressi, è stato possibile ricostruire tutti i movimenti degli indagati durante i molteplici furti commessi in precedenza ad Enna, Agrigento e Caltanissetta, oltre che in occasione di furti di cavi di rame ai danni della Telecom e di carburante. Intercettazioni, tabulati incrociati con le denunce delle vittime, le dichiarazioni dei testimoni e i servizi di osservazione sul territorio.
Le accuse, come detto, sono associazione a delinquere finalizzata al furto e svariati episodi, contestati a vario titolo ai tre.
Sono stati inoltre denunciati a piede libero altri quattro romeni, dai ventuno ai trentacinque anni, per altre ipotesi di furto; oltre che, per ricettazione, alcune persone che avrebbero ricevuto rame e gasolio rubati.
Gli arrestati sono stati portati al carcere di Enna, in attesa dell’interrogatorio di garanzia, che avverrà presumibilmente tra domani e dopodomani. All’operazione hanno partecipato decine di poliziotti delle Squadre Mobili di Enna e Agrigento e del commissariato di Canicattì e di carabinieri delle Compagnie di Enna e Canicattì, i quali hanno eseguito anche numerose perquisizioni, che hanno consentito di rinvenire diversi gioielli, anche d’oro, e orologi, che gli inquirenti ritengono possibile provento dei furti. I particolari dell’operazione sono stati illustrati dal procuratore Palmeri e dal sostituto Cattano, assieme ai vertici delle forze dell’ordine, in una conferenza stampa che si è svolta stamattina nell’Auditorium “Falcone e Borsellino” del Palazzo di Giustizia di Enna.