Visioni incantevoli e oniriche, immagini che sgorgano dalla fantasia e dal realismo in cui filtra un amore incantato per la natura, un carattere entusiasta e vitale, sempre alla ricerca di armonia ed e-quilibrio. Dopo alcuni anni di assenza torna ad esporre nella “sua” Catania Giuseppe Guzzone, artista contemporaneo di notevole pregio, con un nuovo ciclo di opere interamente realizzato per gli spazi della Catania Art Gallery.
Martedì 18 giugno alle ore 19 il vernissage della mostra personale “Giuseppe Guzzone – Vi-sionario”, curata da Marcello Panascìa.
Giuseppe Guzzone, di origini militellesi, è considerato tra i più interessanti nomi dell’arte con-temporanea nazionale, e svolge una intensa attività espositiva dal 1975, anno in cui ha parteci-pato alla X Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma.
«Si è poco prudenti ancora oggi nell’indagare gli equivoci cui può dar luogo la definizione di arte realistica – scrive Marcello Panascìa nel catalogo della mostra -, l’ipotesi formale di realismo come imitazione pedissequa e oggettiva della realtà. Dato questo assunto, è impossibile leggere i dipinti di Giuseppe Guzzone diversamente da come lui li ha pensati, e sarebbe ingannevole catalogare le sue immaginifiche creazioni nel genere pittorico del paesaggio e del vedutismo di maniera. Infatti non in luoghi fisici egli ci conduce, ma nei territori irreali d’una dimensione onirica: una “irrealtà” tradotta in materia pittorica, risolta nella percezione fenomenica d’una spazialità scenica di rara finezza cromatica e compositiva, secondo il paradigma di un’arte che pensa sé stessa e di una tecnica consustanziale all’arte. La bellezza di queste sue opere non risiede infatti nei punti di rapporto e proporzione col reale, ma in quella forma peculiare dell’indole lirica di un trascenden-talismo plastico che fu peculiare della grande pittura metafisica e del realismo magico del Novecen-to».
Le opere del maestro Guzzone risplendono di una brillante ispirazione, sono creazioni coinvolgenti dai colori tenui che seducono, perché dialogano segretamente con l’umanità, invitandola ad una continua scoperta. Al centro dei suoi quadri ci sono isole misteriose, dipinte con i toni leggeri e de-licati del turchese, dell’ocra e del giallo, solitarie in mezzo al mare. Sono isole, si, ma anche perso-naggi appartenenti a un tempo sospeso, a un luogo altro, a un mondo immaginario.
Isole in scenari immaginari, quelle di Guzzone, che sembrano ricollegarsi soprattutto all’idea del paesaggio come specchio dell’anima umana: luogo e non luogo, luogo reale e simbolico insieme, che suggerisce desideri, suggestioni, nostalgia, capacità di sognare e volontà di astrazione poetica.
«Sono antropomorfe le isole dipinte da Guzzone – scrive Alessandro Riva nel catalogo della mo-stra -, e rimandano alla tradizione di molta pittura surrealista, a cominciare da quella di Alberto Savinio, di cui Guzzone riprende chiaramente suggestioni, temi ed elementi ricorrenti, non disconoscendo però neppure alcuni riferimenti a un clima di ritorno tutto mentale al mezzo pittorico, condito da forti richiami alla pratica appropriazionista e citazionista tipica del periodo d’oro del Post Modem, tra gli anni Settanta e gli Ottanta, di cui le diverse ma adiacenti scuole dell’Anacronismo e dell’Ipermanierismo rimangono i massimi esempi».
La mostra “Giuseppe Guzzone – Visionario”, accompagnato da un catalogo, il n. 28 della col-lana Edizioni Elefantino, con testi critici dello stesso Marcello Panascia e di Alessandro Riva, è visitabile fino al 9 luglio (da lunedì a sabato ore 10.30-20. Ingresso libero)