di Josè Trovato

EnnaOra è di nuovo online. Dopo quasi due mesi di stop riprende la nostra attività giornalistica. Consideratelo un periodo, non voluto e innegabilmente fastidioso, di ferie forzate. Adesso però ciò che conta è aver superato la fase più cupa ed esser pronti a riprendere in mano l’informazione della nostra Terra, decisi più che mai ad affermare la nostra idea di giornalismo. Un giornalismo tra la gente e per la gente, che racconti le loro storie con obiettività e senza preconcetti. Un giornalismo che mantenga la propria libertà, scevro da volgari vendette personali, strumentalizzazioni e odiose speculazioni sulle tragedie altrui.  
Vi starete chiedendo cosa sia successo il 6 luglio 2019, il giorno in cui EnnaOra, all’improvviso, si spense senza alcuna apparente ragione. Proverò a spiegarvelo per come mi è stato detto, dall’alto della mia profonda ignoranza in materia. Il blackout è stato provocato da una complessa questione legata al rinnovo delle licenze e alla capienza dei server. Situazioni, entrambe, che sono esplose contestualmente al tentativo di passare a un contenitore informatico più capiente del precedente. Il nostro webmaster parla di “miglioramento del server” in atto. Non so quanti di voi abbiano le conoscenze di base per interloquire su una questione del genere, ma di certo non è il mio caso. Sappiate solo che ho provato, per dirla con Vasco, a dare “un senso” a questa situazione. Anche se questa situazione, forse, “un senso non ce l’ha”.
L’unica nota positiva, oltre al fatto di aver lasciato dietro le spalle il periodo più difficile, è il riscontro dei nostri consulenti informatici, secondo cui, a portare allo spegnimento del sito, è stata soprattutto l’iper-attività di questi ultimi due anni, in cui abbiamo pubblicato quasi 5 mila articoli, condivisi sempre più sui social e divenuti un punto di riferimento in termini di giornalismo indipendente, senza padrini né padroni. Un server più capiente, ammesso che ciò significhi qualcosa anche per i comuni mortali, ci voleva proprio.
Certo, se l’avessimo fatto in maniera un po’ meno traumatica sarebbe stato meglio…