Il giornalista Mauro De Mauro, sequestrato e ucciso da un commando mafioso nel 1970 a Palermo, è stato ricordato ieri mattina in viale delle Magnolie, con un evento organizzato dall’Unione nazionale cronisti italiani (Gruppo di specializzazione della Fnsi). Erano presenti i familiari di De Mauro. Sono intervenuti il vice-presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales,  il presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti, Giulio Francese, ed il segretario provinciale dell’Assostampa, Giuseppe Rizzuto. Erano presenti anche i componenti del consiglio direttivo dell’Unci Sicilia Antonella Romano, Daniele Ditta e Andrea Tuttoilmondo.

Il sindaco Leoluca Orlando ha  deposto una corona d’alloro sotto la lapide che ricorda l’assassinio del cronista.

Leone Zingales ha annunciato, per il prossimo anno,  il 50esimo dalla scomparsa, un evento a Palermo a ricordo di De Mauro con il coinvolgimento di tutte le sigle del giornalismo italiano “per celebrare – ha detto – un vero cronista”. De Mauro, cronista de L’Ora, era nato a Foggia nel 1921. Più di una, all’epoca, le piste investigative seguite da polizia e carabinieri per risalire al contesto in cui maturò il sequestro.  La sera in cui fu rapito, il giornalista aveva appena posteggiato la sua auto, una Bmw, in prossimità del portone d’ingresso del palazzo in cui abitava, in viale delle Magnolie. I mafiosi lo sequestrarono con l’inganno. La sua auto fu ritrovata poche ore dopo la scomparsa in via Pietro D’Asaro sempre a Palermo. Secondo il pentito Francesco Marino Mannoia i resti del giornalista rimasero sepolti per tanti anni sotto un ponte alla periferia del capoluogo dell’isola, ma negli anni ‘80, con l’avvento del pentitismo,  i capimafia decisero di rimuovere le ossa che furono sciolte in un fusto pieno d’acido.