Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Pippo Bruno di Assoconsumatori, in merito al tema, denunciato da molti, del cosiddetto “caro-bollette” dell’acqua.
Caro Direttore,
le motivazioni dei costi dell’acqua ad Enna con € 715,00 per 192 mc, a Catania € 215,00, va vista in una concomitanza di fattori: primo fra tutti l’acquisto dell’acqua da Sicilia Acque una società nata nel 2003, oggi composta per il 25% Regione Sicilia mentre il restante 75% soci privati con il 60% la società francese Veolia ed il 40% Enel, società che gestisce l’adduzione delle acque in tutta la Sicilia.
Quando la gestione era comunale gli enti locali sfruttavano le risorse idriche del territorio che adesso sono in parte sottoutilizzate, a questa prima spesa va naturalmente aggiunta il costo di trasporto dell’acqua che proveniente per la maggior parte dalla diga Ancipa ha visto aumentare le spese per condutture e per dispersione che vengono caricate sui cittadini. A questo va poi aggiunto il balzello delle partite pregresse che deriva da un calcolo sovrastimato da parte della Sogesid, società ministeriale, che ha redatto il piano provinciale con elevato sovradimensionamento dei quantitativi necessari nel territorio e siccome quella quantità di acqua ipotizzata in fase progettuale non viene venduta Acquaenna ne reclama i mancati guadagni. Una cosa bisogna considerare questi mancati guadagni non sono stati determinati dal cittadino ma dalla Sogesid a cui Acquaenna si deve rivolgere, ma un commissario dell’ATO idrico ha ritenuto scaricare sui cittadini i mancati guadagni di Acquaenna.
Poi le varie quote fisse: Acquedotto, fognatura, depurazione e poi corrispettivo acquedotto, corrispettivo fognatura, corrispettivo depurazione dove c’è da evidenziare che i depuratori non funzionano al 100% ed in ultimo, ma non certo per importanza, l’affidamento definitivo assegnato ad Acquaenna risultata al secondo posto nella gara di affidamento ma con una procedura illegittima decretata come vincitrice della gara nonostante il costo al metro cubo fosse maggiore della società che in effetti era stata dichiarata provvisoriamente vincitrice. Questi fattori e l’acquiescenza della classe politica e dei sindaci della provincia permette ad Acquaenna di imporre la sua legge così le spese vengono pubblicizzati e gli introiti privatizzati.

Pippo Bruno
Assoconsumatori