Riceviamo e pubblichiamo una nota dei consiglieri del Gruppo Patto per Enna Maurizio Bruno e Cesare Fussone.
“La demagogia, dell’Assessore Scillia, supportata dall’insipienza della compagine politica di Dipietro che in aula ha taciuto impassibilmente la verità dei fatti, non ha limiti.
E quando la “propaganda del nulla” è insistentemente manifestata da colui che è l’unico preposto, per delega del sindaco, a far funzionare la macchina amministrativa per combattere il randagismo, la circostanza è davvero grave. Soprattutto perché il consigliere Fussone suona con lo spartito delle carte e dei dati in mano, mentre l’assessore suona “ad orecchio”.
E sono talmente tanti gli specchi su cui si arrampica l’assessore che anche lui stesso ammette il fallimento, poiché dalla data che – a suo dire – indica come l’inizio vero del suo operato, cioè dal luglio 2018 in poi, si registra il “deserto amministrativo”.
Le inadempienze sono purtroppo frutto dell’approssimazione con cui l’Amministrazione affronta questa complessa tematica. Lo testimoniano le carte che sono state fin troppo sviscerate in Consiglio e nelle Commissioni.
Non vorremmo replicare a chi non vuol sentire. Ma c’è un dato di fatto inconfutabilmente reale di cui ormai prendiamo atto: i costi del randagismo non diminuiscono, i cani detenuti nel canile sono controllati a campione e non con una approfondita indagine al fine di accertare la veridicità del costo, i cani randagi sono sempre più in giro, le cucciolate nascono e spesso muoiono, le adozioni dal canile non sono possibili per mancanza di notizie e materiale sui cani comprese le rispettive schede sanitarie, non c’è controllo del territorio, non c’è monitoraggio dei cani, non è stata rinnovata la convenzione con l’ASP scaduta da due anni, l’ufficio randagismo è stato smantellato riducendo il personale ad una sola unità, le sterilizzazioni dei cani privati si fanno con i soldi pubblici dei cittadini… eccetera.
E non per ultimo, il canile comunale da realizzare con Project Financing: una sceneggiata davvero stucchevole. Sono davvero così sbalorditive le motivazioni che manifesta l’assessore a sua discolpa che quasi quasi siamo tentati a credergli! Udite udite, nel luogo individuato per il canile non esiste il bosco che invece il PRG appena approvato attesta, questo secondo lui è l’inghippo che ne impedisce la realizzazione, e non invece ostacoli di natura economico procedurale determinati da incapacità amministrativa, oltre che  lo stop a procedere verosimilmente legato alla diversa opinione del sindaco, a noi manifestata, poiché poco convinto sulla realizzazione di un canile comunale, che poi comunale non sarebbe poiché costruito da un privato.
Ciò considerato, non ci resta che dare un consiglio all’assessore Scillia: rassegnare le proprie dimissioni”.
La redazione di EnnaOra ha tentato di contattare per una replica l’assessore Scillia, ma per il momento non è stato possibile avere una risposta, che auspichiamo di ospitare presto. 

Una vecchia immagine di repertorio di cani randagi