di Mario Antonio Pagaria

“Donne violate”,  un termine che, ormai, nel lessico odierno, sta purtroppo, assurgendo a luogo comune. Non passa giorno in cui i Media non comunichino all’opinione pubblica, notizie di femminicidi che, in una Società, presa dall’opulenza ed imperniata sui “non valori” dell’ “io assoluto”, quindi dell’egoismo, dell’egocentrismo, che hanno condotto alla giustificazione dell’omicidio, persino inteso come legittima difesa (il ladro entra a casa mia quindi IO ho il diritto di togliergli la vita), hanno portato gran parte delle masse a disinteressarsi della quotidiana perpetrazione da parte di decine di migliaia di “orchi”, sul territorio italiano, della violenza di genere che, non sempre sfocia, fortunatamente, nel drammatico e tragico atto finale del privare la vita, nella migliore delle ipotesi, ad un delicato fiore qual è ogni donna, ma a farle altresì subire violenze psicologiche, domestiche e non, che la privano della dignità di essere, appunto, donna, ma lasciatemelo dire, per me che sono Cristiano, innanzitutto il più bel fiore della Creazione, quindi creatura di Dio e per questo motivo, come tutte le creature di Dio, essere inviolabile, sia fisicamente, sia psicologicamente. Ma ciò che risulta essere grave è l’humus che fa maturare queste, permettermelo di dire, schifezze, questi obbrobri, ovvero il contorno, il bacino sociale, l’ambiente familiare fatto di omertà e falso perbenismo che avvolge, attraverso meccanismi di omertà, basati sul maschilismo e su una falsa morale, in una campana di vetro questi mostri. La politica, come al solito, ancora oggi, nonostante le leggi sullo stalking, in Italia risulta carente, permettendo una Giustizia garantista e piena di orpelli che non garantisce la giusta punizione a questi mostri.
Divengono importantissime, quindi, le strutture sociali educative, come è stato nel caso dell’Università Kore che tramite il Professor Nicola Malizia, si è fatta promotrice del seminario de quo dove oltre al Professor Malizia medesimo, Associato di Sociologia della devianza ed esperto criminologo si ono succeduti addetti ai lavori ed accademici che hanno delucidato i numerosissimi studenti partecipanti sulla delicatissima problematica che, ad oggi, purtroppo, non solo è irrisolta, ma come scrivevo sopra, fa registrare solo e soltanto incrementi quotidiani di femminicidi. Interessante la relazione del Procuratore della Repubblica di Enna Dottor Massimo Palmeri, che ha parlato dei casi di femminicidio in provincia di Enna, nonché delle misure adottate, complimentandosi con gli organizzatori del seminario per la numerosa partecipazione degli studenti. Altrettanto preziose le relazioni dei professori Craparo(psicologo) che ha approfondito la questione sotto il profilo psicopatologico tendendo ad evidenziare come la maggior parte di questi mostri che tolgono la vita , il bene più prezioso, a queste povere donne, la cui unica colpa, è avere avuto la sfortuna di incappare in essi, siano la maggior parte sani di mente e non malati come vogliono far credere dopo aver commesso gli orribili crimini di cui si macchiano, tentando di giustificarli come raptus mediante delle perizie psichiatriche onde evitare la giusta pena ovvero, nella maggior parte dei casi l’ergastolo. Anche il criminologo Malizia ha sostenuto la teoria di Craparo, e lo ha fatto con molto trasporto e molta passione, al di là della professionalità, mettendo in evidenza come egli viva con dedicazione questo impegno a favore delle Donne che sono oggetto di cotanti maltrattamenti. Importante la trattazione del Presidente del Corso di Laurea in Scienze Criminolgiche , professor Sergio Severino che ha dato il suo endorsement a Malizia. Anche la professoressa Ciavola, giurista, ha trattato la problematica facendo rilevare le enormi lacune che la legislazione italiana presenta in materia.
Ha terminato il ciclo degli interventi l’ex presidente della Corte di Appello di Caltanissetta nonché attuale Ombudsman della Kore, il Dott. Salvatore Cardinale che ha parlato della casistica dei vari processi per femminicidio da lui presieduti in corte di appello. I saluti della Kore sono stati dati dal preside della Facoltà di Scienze Umane Prof. Giacomo Mulè, mentre i lavori sono stati conclusi dall’Ing. Tulumello che gestisce la società di investigazioni della quale si avvale l’Autorita Giudiziaria nell’effettuare le intercettazioni sull’attività di questi criminali mostri. E dulcis in fundo la testimonianza delle madri di due ragazze , una di dodici e l’altra di diciannove anni , alle quali due criminali hanno tolto la vita anni addietro. Le due signore, hanno deciso di dedicare la loro vita testimoniando nelle scuole le vicende che hanno portato agli efferati omicidi delle loro figlie, avvenuti con decine e decine di coltellate inferte in maniera impietosa e premeditata e tale da non poter essere giustificata come azione folle, così come avrebbero cercato di far apparire alcuni avvocati difensori in sede dibattimentale, in maniera tale che ai loro clienti venisse riconosciuta l’infermità mentale e se la cavassero con poco. Ciò che mi ha colpito è stato il “I’accuse” di una delle due madri verso qualche avvocato che accetta di far apparire ( per fini di lucro?) il comportamento di questi mostri come atto di follia. La signora ha messo fortemente in discussione tali atteggiamenti di questi professionisti. Un altro aspetto che è emerso è il continuo regime psicologico di terrore nel quale vivono i parenti di queste donne massacrate, temendo che prima o dopo, questi assassini possano uscire dal carcere e, con la freddezza che li contraddistingue, vendicarsi di loro che li hanno accusati, poiché essi partono dal presupposto che hanno ucciso delle “puttane” che ai loro perversi occhi meritavano di morire.