Oltre la soglia, fiction andata in onda su Canale 5 una volta a settimana dal 6 novembre al 17 dicembre, sembra non essere piaciuta al pubblico di Mediaset, tanto che l’ultima puntata è stata trasmessa in seconda serata. Nonostante lo scarso successo riscosso, Oltre la soglia è una fiction di qualità e fortemente significativa per  le tematiche trattate. La protagonista Tosca Navarro, brillantemente interpretata da Gabriella Pession, è primario in un reparto di  Neuropsichiatria infantile, dove cura i disturbi psicologici degli adolescenti, cercandone la causa scatenante. Un tema, quello del disagio mentale (su cui esistono ancora troppi pregiudizi), mai trattato prima in una fiction italiana, che qui viene affrontato in maniera originale ma anche particolarmente emozionante. Tosca, con l’aiuto della sua equipe, formata da Barbara Cappello (Nina Torresi), Alessandro Agosti (Paolo Briguglia) e Francesco Negri (Alessandro Tedeschi), sarà impegnata a risolvere un caso clinico per ogni puntata, tentando di scovare il conflitto o il trauma che si celano dietro alla sintomatologia presentata dai vari ragazzi. Mentre è concentrata su un caso difficile, che coinvolge pure la Procura, Tosca incontrerà il procuratore Piergiorgio di Muro (Giorgio Marchesi), con cui nascerà una complicata storia d’amore. Tosca, però, nasconde un segreto: una diagnosi di schizofrenia, risalente all’età di 15 anni. Tosca, grazie alle cure farmacologiche, è capace di tenere sotto controllo la sua malattia, riuscendo a condurre una vita dignitosa, anche se molto dura. Ed è proprio il suo vissuto personale a rendere Tosca particolarmente empatica con i suoi ragazzi.
Gli episodi di Oltre la soglia si sviluppano sempre secondo lo stesso schema: alla comparsa dei sintomi di ciascun ragazzo segue il ricovero, la diagnosi ed, infine, l’emergere del conflitto latente e la guarigione, in un alternarsi di momenti più distesi ed ironici e momenti di forte tensione emotiva, che corrispondono al riaffiorare dei traumi del passato. I temi affrontati, su cui si dispiegano i drammi dei personaggi, sono diversi: lo scarto generazionale fra genitori e figli e l’incapacità dei genitori di comunicare con loro, di capirli e accettarli o, perfino, l’incapacità di amarli, appaino questioni comuni a diversi casi (il rapporto complicato con i genitori, infatti, appare essere la causa della malattia di molti personaggi, ma anche di quella della stessa protagonista, il cui passato non viene, però, mai del tutto ricostruito); l’omosessualità repressa, liberata ad accettata solo alla fine di un percorso pieno di sofferenza; il bullismo e tutto ciò che questo comporta per chi ne è vittima; standard di bellezza troppo alti e stereotipati, che finiscono per influenzare i soggetti più sensibili; il grande potere dei nuovi strumenti di comunicazione, sfruttato da sette che fanno di ragazzi fragili le proprie vittime privilegiate.
La vita ed il passato dei ragazzi protagonisti sono ricostruiti in maniera molto umana e la loro sofferenza è narrata in modo emozionante e profondo. La sofferenza della stessa protagonista fa poi da sfondo a quella dei suoi pazienti, che con grande dedizione cerca di curare, e che nessuno può comprendere meglio di lei. Dopo che Tosca, in una scena della penultima puntata, salva una paziente da un tentativo di suicidio, le dice che loro due sono uguali, perché combattono tutti i giorni con coraggio contro la propria malattia. La scena, di grande impatto, mette in parallelo due vite difficili, mentre resta nelle protagoniste la consapevolezza che, a volte, si deve convivere con i propri mostri una vita intera.
Oltre la soglia non è stato capito, ma è, in verità, un bellissimo, originale e profondo spaccato sulla malattia mentale, la quale, evidentemente, resta ancora un grossissimo tabù.
Cetty D’Angelo