Troina. Era stato licenziato dopo oltre dieci anni di lavoro, nell’agosto del 2016, da Sicilia Acque. Ma il Giudice di Enna Francesca Daniela Balsamo ha reintegrato in servizio l’operaio specializzato Giuseppe Dell’Arte, assistito dall’avvocato Eliana Maccarrone. E l’ordinanza, emessa l’anno seguente, adesso – dopo il reclamo della società – è stata confermata con una sentenza dello stesso Tribunale del Lavoro. Dell’Arte lavora nell’impianto di potabilizzazione della diga Ancipa. Ed era stato licenziato nell’estate di quattro anni fa, per un asserito ritardo a recarsi nel posto di lavoro. Ma il giudice nella sentenza scrive che l’uomo “ha sempre espletato le proprie mansioni lavorative con zelo e diligenza, distinguendosi tra i propri colleghi”; e che “l’asserito ritardo nel recarsi sul proprio posto di lavoro è smentito dagli accadimenti e dalle prove”, considerato che l’operaio “dopo aver ricevuto la prima chiamata solo alle 5,50” del mattino, “si è immediatamente recato presso l’impianto, giungendovi in meno di un’ora”.
L’emergenza in questione, come detto, risale a una mattina d’estate quando, dopo un acquazzone, suonò l’allarme telefonico per la torbidità dell’acqua nell’impianto di potabilizzazione. E l’intervento degli operai, che hanno chiuso il lotto, si è rivelato propizio, perché ha evitato che l’acqua torbida raggiungesse il serbatoio. Nonostante ciò, gli era contestato un ritardo nell’intervento, che però, secondo il giudice, non ha influito o comunque non ha creato alcun danno. Rispetto alla sentenza, va specificato che Sicilia Acque ha già presentato appello, che sarà discusso a Caltanissetta.
“Siamo pienamente soddisfatti per l’accoglimento delle ragioni del nostro assistito – afferma l’avvocato Maccarrone -. Attendiamo con serenità il secondo grado di giudizio, considerato che nel frattempo il signor Dell’Arte è regolarmente rientrato in servizio”.