Avola (SR), 21 marzo 2020  – “Normalmente vado a dormire alle 3 del mattino (come sempre), mi alzo tra le 5.30 e le 6. Poi, dopo essermi sistemato, prego e studio: mi alimento della Parola di Dio. In questo tempo di restrizioni vado, ogni giorno (con tutte le cautele del caso) in parrocchia, alle 10 celebro la Santa Messa diffusa attraverso i social (Parrocchia S. Giovanni Battista Avola, faccio piccole cose … ma importanti per i fratelli e le sorelle di questo popolo a me affidato:  una benedizione al cimitero, un malato che sta per morire (è capitato già in questi giorni)”. E ancora: “Tieni i contatti con i volontari di Meter, con i parrocchiani dei numerosi parrocchiani (parroco di due parrocchie: S. Giovanni B. e Madonna del Carmine).  Stiamo preparando gli esercizi spirituali che trasmetteremo online, la mia terra di missione resta anche internet e cerchiamo di dare il nostro aiuto. Le pillole quotidiane trasmesse via web#lacheisachecè  attraverso  È la normale giornata di un prete, in mezzo alla gente”. La Messa e gli appuntamenti online (decine di migliaia di visualizzazioni e migliaia in collegamenti live!).
Rispettare le regole, la regola salva la vita tue e quella degli altri. Non c’è  occasione, da parte di don Fortunato di lanciare l’appello: “#iorestoacasa; e alla sua comunità #distantimaincomunione
 
Quarantena o no, don Fortunato Di Noto da 30 anni comunica sul web. Molti lo conoscono come il sacerdote antipedofilia fondatore e presidente dell’Associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org): ma è prima di tutto un parroco in quel di Avola, profondo Sud nella diocesi di Noto. E queste sono le sue parole mentre racconta in questa crisi ed emergenza planetaria del Coronavirus a Pinxa di Salvo Falcone. (https://www.pinxa.it/2020/03/21/proteggere-i-minori-al-tempo-del-covid19-talk-con-don-fortunato-di-noto-video/
 
Il momento non è facile, come spiega acutamente don Fortunato. E ricorda: stare tutti a casa non ha impedito ai pedofili e a chi vuole fare del male, di continuare a commerciare materiale e adescare bambini; denuncia e appello fatto anche dalla Polizia Postale italiana (nei primi 15 giorni di marzo aumentate le denunce n. 47 le denunce per casi di pedofilie e adescamento). Anzi: a maggior ragione è necessario il ritorno dei genitori, come dice il sacerdote siciliano: “Se a tua figlia di otto anni arriva una busta nella posta, per quale motivo è lì? Parlate con i vostri figli, dialogate con loro”, dice Di Noto che ricorda come non sempre la ricchezza sia alla base di una famiglia: prima di tutto l’amore verso i figli. 
La missione continua, non può che non continuare. A proposito di ricchezza: per il sacerdote siciliano è essenziale che i ricchi diano un contributo nella lotta al virus e alle forme di povertà. L’acquisto di macchinari, materiale ospedaliero e quant’altro è utile per questo. Tutti insieme possiamo cooperare, e c’è anche una responsabilità sociale di chi è in grado di dare di più, ricorda. Malgrado tutto la vita sacerdotale di don Di Noto continua. E con la sua quella di tanti sacerdoti.