Leonforte. “Tamponi a domicilio per tutti i pazienti sospetti Covid-19”. Lo chiede a gran voce la ginecologa leonfortese Valeria Mazzola, che ha lanciato una campagna su Facebook invocando un cambio di strategia nella lotta al coronavirus, ritenendolo “urgente e indifferibile” soprattutto in “centri piccoli dove si potrebbero ottenere risultati importanti come già sta avvenendo dove queste iniziative sono state intraprese”. “Creare delle squadre che possano effettuare dei tamponi a domicilio per i pazienti sospetti Covid-19, paucisintomatici (con sintomatologia lieve), eseguire ossimetria ed esami di laboratorio, trattare i positivi a domicilio con protocolli condivisi (la terapia antivirale è efficace se viene effettuata precocemente), evitando così che la situazione si aggravi”.
“Questi pazienti potrebbero essere monitorati telefonicamente a casa dai loro medici, così si ricovererebbero in ospedale solo i pazienti più gravi. Riguardo alla carenza di tamponi, si può effettuare una raccolta fondi, la gente è disposta ad autotassarsi, mentre il personale per effettuare i prelievi a domicilio potrebbe essere messo a disposizione dall’Asp”.
Inoltre la dottoressa Mazzola, da familiare di una persona che è stata portata all’ospedale di Enna ieri notte – “di cui abbiamo avuto pochissime notizie” – chiede “di istituire un numero dedicato o un contatto tra i parenti e l’ospedale per avere notizie”.
“Quando sono al triage al pronto soccorso non è possibile perché le linee sono intasate o non possono rispondere. Quando il paziente viene portato nel reparto il personale è impegnato o non è autorizzato a dare informazioni. E’ vero. Ci sono dei numeri di telefono del reparto di malattie infettive da chiamare, ma non risponde nessuno o se rispondono spesso non possono dare notizie”.
“Si dovrebbe istituzionalizzare un modo per avere notizie in tempo reale, non dopo due giorni, sulle condizioni di salute di questi pazienti. Bisogna trovare una linea di comunicazione: delle e-mail, una linea telefonica dedicata”.
“Non sappiamo in che condizione sia il nostro familiare e nonostante io abbia provato a chiamare non è possibile. Capisco che è una situazione di emergenza, però è importante dare notizie ai parenti”.