di Josè Trovato

Leonforte. Sei ottime ragioni per cui dire un no assoluto all’idea dell’Asp – in realtà un progetto concreto di cui ha anche perlato il direttore sanitario Emanuele Cassarà ieri sera al Tg3 Regione – di portare a Leonforte i pazienti in via di guarigione dal Covid-19. Il sindaco Carmelo Barbera le ha scritte di suo pugno ieri mattina, dopo aver verificato all’ospedale, specificando che queste motivazioni si aggiungono a quanto già da lui espresso l’altro ieri in una lettera all’Asp – rischi per il personale medico-sanitario e difficoltà a isolare gli altri reparti da possibili contagi – e che per quanto lo riguarda sono assolutamente perentori: “La struttura – ribadisce – non può essere adibita al ricovero dei pazienti affetti da COVID 19 cc.dd. paucisintomatici (in fase di guarigione)”.
Ecco i sei punti elencati dal sindaco di Leonforte:

  • totale assenza di percorsi di sicurezza separati per pazienti infetti ed operatori (ingressi comuni e non separabili con riguardo agli ascensori, ai corridoi e alle camere destinate alla degenza);
  • assenza di supporti rianimatori minimi indispensabili in reparto per assistenza respiratoria in caso di aggravamento;
  • carenza strutturale di personale specialistico ospedaliero;
  • carenza di personale medico e paramedico dacché posto in quarantena e/o isolamento;
  • fornitura incostante se non inesistente dei dispositivi di protezione individuale (DPI);
  • perdurante capacità di trasmissione del coronavirus durante la fase di guarigione e/o dei paucisintomatici.

 
“Si ribadisce che la soluzione ottimale – conclude Barbera – è quella di trasferire alcuni reparti, non COVID 19, dall’Umberto I al Ferro Branciforti Capra”.