“L’intero sistema, sanitario, produttivo, sociale è messo a durissima prova già da qualche settimana dall’emergenza Covid 19. La nostra provincia non era preparata, così come il resto delle province italiane, questo è certo, e per di più non è in grado di poter fronteggiare l’ulteriore emergenza produttiva e sociale che ne deriverà quando usciremo da questa situazione”. I segretari generali provinciali di Cgil, Cisl (territoriale) e Uil, Nunzio Scornavacche, Carmela Petralia e Vincenzo Mudaro, in una nota, la definiscono “l’emergenza nell’emergenza, che presto scoppierà come una bomba ad orologeria”.
“Le recenti misure adottate dal Governo nazionale, per sostenere la liquidità dei Comuni, costituiscono un atto importante ma l’anticipazione di cassa pubblicata in Gazzetta ufficiale consentirà ai comuni di garantire l’ordinaria amministrazione ma la difficoltà del momento che stiamo vivendo richiede ben altro”.
“Le somme erogate in favore dei comuni, infatti, non sono altro che un acconto anticipato di due mesi sui tempi previsti, certo con snellimento delle procedure perché non sarà necessario procedere all’approvazione dei vari bilanci comunali per utilizzare il denaro, ma nessun aiuto straordinario da parte del Governo in una situazione certamente più che straordinaria, dove le conseguenze pesano come un macigno sulle spalle di amministrazioni comunali, imprese locali, lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate. C’è un sistema economico e produttivo in ginocchio e sicuramente insufficiente risulta la somma di un milione e mezzo circa che la provincia di Enna riceverà per le attività di sostegno alle popolazioni in difficoltà da un punto di vista sociale”.
“Adesso c’è l’esigenza di assicurare, in via emergenziale, risorse per interventi di solidarietà alimentare sui territori tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, da effettuarsi il più velocemente possibile, con le modalità più consone ad ogni singolo comune, con mezzi e strumenti già in uso e in deroga alle ordinarie norme sugli affidamenti, avvalendosi della collaborazione di chi già volontariamente e con spirito di liberalità opera giornalmente in aiuto ai cittadini. Ma in una realtà come la provincia di Enna, già fortemente compromessa dal degrado e dalla marginalità tipica delle aree interne, questa crisi devastante potrebbe essere l’ultimo colpo mortale. Purtroppo la provincia di Enna risulta essere oggi, in Sicilia, al primo posto per numeri di contagi – l’unico primato che non avremmo mai voluto detenere – dove il personale sanitario tutto, medici, infermieri ed operatori sta svolgendo con massimo impegno un compito che li mette a dura prova. Abbiamo un sistema sanitario che negli anni ha subito troppi tagli e nonostante ciò sta cercando di fronteggiare l’emergenza nel migliore dei modi, anche nella precarietà”.
“Per questo è indispensabile che venga garantito a tutto il personale che opera nei servizi e nelle strutture sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali, sia pubbliche che private, nei servizi territoriali e nel servizio di emergenza-urgenza Seus 118, di operare nella massima sicurezza, garantendo la tutela della loro salute attraverso l’adozione di tutte le misure necessarie per la loro protezione individuale, la protezione dei loro nuclei familiari e quindi della salute pubblica. Così come a tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno compiono il proprio dovere recandosi a lavoro va garantita la salute e la sicurezza loro e delle loro famiglie, applicando il Protocollo sulle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid19 negli ambienti di lavoro. Si rende più che mai necessario che tutte le forze istituzionali, datoriali, sindacali, laiche e cattoliche facciano la loro parte, predisponendo già da subito un tavolo istituzionale, coinvolgendo le parti sociali, affinchè si possano concordare, in accordo con le misure nazionali e regionali, delle misure specifiche per le nostre realtà dell’entroterra”.