“Per gestire questo momento dobbiamo attivare la nostra resilienza. In psicologia la resilienza è la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà”. Maria Giusi Cannio, psicologa della Cooperativa sociale Etnos, esamina  così gli effetti che sta provocando il coronavirus nella vita delle persone. Un periodo in cui ansia e paura convivono, rischiando di provocare conseguenze anche nella psiche delle persone. “Iniziamo a gestire questo momento con piccole azioni. Possiamo dare il nostro contributo alla gestione della difficoltà con piccole e semplici azioni sagge”.
“Attingiamo ad informazioni accreditate/scientifiche.  Diffondiamo informazioni verificate, essenziali e oggettive. Atteniamoci alle disposizioni di profilassi indicateci dagli specialisti, in un’ottica di responsabilità.  Ricordiamoci che siamo parte di una comunità, integrati in diversi contesti sociali in un rapporto di reciproca interdipendenza: curare la nostra salute significa curare la salute della comunità e viceversa.  Rispettiamo le nostre emozioni, prendiamocene cura.  Ricordiamoci cosa dicevamo di voler fare ma che non potevamo fare a causa della freneticità del nostro quotidiano”.
“In momenti come quello che stiamo vivendo, siamo costantemente sollecitati proprio dalla paura su vari livelli . Noi però non usiamo questi dati come l’occasione per migliorare la situazione personale e della collettività ma proviamo a dare concretezza all’invisibilità  del virus; e proviamo a controllarlo, come se potessimo fermarlo con il corpo/con le mani/con lo sguardo. Moltissime informazioni ci giungono in modo invadente, le comunicazioni riguardano un virus e sollecitano l’istinto di vita  attivando il sistema fisiologico della paura che spinge ad una reazione immediata che non trova modo per potersi “realmente” proteggere”.
“E’ stato modificato il nostro equilibrio mentale ed il nostro ambiente di vita. Sono stati cambiati i nostri comportamenti sociali e relazionali, sottraendoci di quella relazionalità e socialità che dà sicurezza e veicola protezione”.
“Chi, prima di questo fermo obbligato, ha lavorato intellettualmente potrebbe affinare/sperimentare le proprie capacità manuali; chi invece ha svolto mansioni manuali potrebbe iniziare ad assaporare il piacere di leggere, scrivere o elaborare pensieri propri approfittando della possibilità di stare soli e in silenzio per più tempo. Si diventa resilienti quando in un limite ci si vede una possibilità di cambiamento. In conclusione, usiamo la paura per poter prevenire il contagio ed oltre a sconfiggere così il virus ci aiuterà a non farci schiacciare dall’ansia. Andrà tutto bene… ma solo se rimarremo a casa”.