di Cristina Barbera
Sono diciannove ragazzi, di età media tra i 25 e i 30 anni, i volontari della Protezione Civile di Leonforte, coordinati da Pippo Orlando, che dall’9 marzo scorso si sono messi a disposizione della comunità leonfortese, dopo essere stati autorizzati dal sindaco.
Dall’11 marzo, tenendo conto del rischio a cui sono sottoposti, hanno deciso di fare comunità all’interno dei locali della loro sede, nel quartiere Don Bosco di Leonforte, per evitare di tornare a casa dopo il servizio e contagiare i propri cari (alcuni con patologie pregresse).
Attivi h 24, ogni giorno assistono e collaborano per il sostegno dei più deboli.
Hanno prestato fin da subito il servizio di fornitura di beni di prima necessità per chi, in questo momento, si trova in gravi difficoltà economiche, consegnando i Kit Spesa acquistati grazie ad alcuni contributi che il Comune di Leonforte aveva anticipato ancora prima di quelli previsti dal decreto; i servizi “spesa amica” e “taxi farmaco” rivolti ad anziani, disabili, a chi è in quarantena o non può muoversi autonomamente; il supporto “tecnologico” per la richiesta dei buoni spesa online a chi non riesce o non può; hanno montato la tenda per il pre-triage nella zona antistante il Pronto Soccorso dell’Ospedale Ferro – Capra – Branciforti di Leonforte; il servizio “staffetta”, portando, per conto delle famiglie, due volte a settimana, gli indumenti puliti ai ricoverati presso il Centro Covid dell’ospedale Umberto I di Enna.
Hanno fatto da supporto presso gli uffici dell’ASP per le indagini, tramite schede di valutazione, di coloro che sono venuti a contatto diretto con persone risultate positive o i parenti di queste, nel territorio di Leonforte e paesi limitrofi. Una vera e propria mappatura che ha consentito di individuare numerose persone, messe subito in quarantena bloccando così la possibilità di contagiare ed essere contagiate.
Inoltre, hanno contribuito alla logistica per l’effettuazione dei tamponi al palazzetto dello sport, realizzati dalla dottoressa Luisa Longo e dal dottore Madonia.
Hanno aderito all’iniziativa del “carrello solidale” per avere una fornitura maggiore di alimenti da distribuire alle famiglie in difficoltà, proposta da alcuni cittadini, denominati poi “cittadini attivi”, che operano all’esterno dell’associazione, fornendo un valido aiuto.
E proprio da loro è arrivata la risposta alla richiesta della protezione civile di confezionamento di mascherine protettive.
Inizialmente era stato chiesto un lenzuolo a famiglia e l’aiuto da parte di chi fosse in grado di cucire. In poche ore si è messa in moto una macchina solidale, che sta lavorando senza interruzione in assoluto anonimato e silenzio, formata da uomini e donne di diversa provenienza politica e sociale, con l’unico obiettivo di aiutare gli altri.
Moltissimi, tra cui i proprietari di una fabbrica di reggiseni, hanno risposto fornendo tessuti e materiali per il confezionamento e numerose donne hanno iniziato a cucirle.
La distribuzione è stata pianificata con criterio, da un cittadino che preferisce restare anonimo, per evitare assembramenti e di conseguenza aumentare il rischio di contagio.
Alcune mascherine sono già state consegnate ai Vigili del Fuoco e ai cittadini che ne hanno fatto richiesta, altre saranno consegnate al reparto di Medicina e al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Leonforte, altre agli operatori del 118. Le prossime saranno consegnate alle forze dell’ordine, per uso personale e da distribuire ai cittadini che sono sprovvisti.
Inoltre, i ragazzi della protezione civile consegneranno a chi ne farà richiesta tramite messaggio nella loro pagina Facebook, una mascherina per nucleo familiare direttamente a casa.
In questo momento così difficile, una parte della popolazione leonfortese sta dando prova di solidarietà e buon senso attraverso 19 giovani che avrebbero potuto restare nelle loro case con mamme, papà, mogli e figli, a guardare serie televisive e impastare pizze e pane, anziché rischiare la salute ogni giorno, e attraverso alcuni cittadini che amano il loro paese al di là di ciò che offre, senza sentenziare sull’operato di nessuno, mettendosi a disposizione del bene comune, a tutela e salvaguardia del bene più prezioso, la vita umana.