Riceviamo e pubblichiamo con gioia la lettera, firmata, della moglie di un infermiere del reparto Covid dell’ospedale Umberto I di Enna, che tuttavia ci ha chiesto di non riportare il proprio nome. A lei e al marito, così come a tutti i medici e gli infermieri impegnati in prima linea, desideriamo porgere un affettuoso abbraccio. 
Sono la moglie di un infermiere e in questo lungo periodo di quarantena ho avuto modo di riflettere su molte cose. Ma un pensiero costante è ritornato spesso alla mia mente: “Nulla è quello che svolgo quotidianamente rispetto a quanto fatto da mio marito…”
Sì, perché mio marito, fin dall’inizio, lavora presso uno di quei tanti reparti Covid dove manca il respiro. Manca il respiro perché devi proteggerti. Ma non solo. Manca il respiro quando corri contro il tempo per non lasciare lavoro incompleto al turno successivo, manca il respiro quando vedi troppa sofferenza, manca il respiro quando resti immobile di fronte alla solitudine della morte… Nessuno, se non gli infermieri stessi, può capire cosa significa affrontare un’emergenza di questa portata dal punto di vista emotivo.
Eppure, la moglie di un infermiere lo sa: sa leggere negli occhi del marito al ritorno dal lavoro, sa di quei giorni tristi e faticosi, del lavoro incessante di certe giornate, del senso di impotenza che si prova. Sa di un giorno dove “tutto è andato bene”. A volte ci si sente impotenti insieme, a volte riesci semplicemente a guardarlo negli occhi in silenzio, quel silenzio pieno di sentimenti diversi. Spesso ci si sente il “raccoglitore” di tutte le sensazioni del marito.
Ma del resto, non è forse questo il senso dell’amore? Non è forse il sapere accogliere l’altra parte di te, la parte migliore?
Si! La mia parte migliore è in prima linea senza pretendere nulla, sapendo di stare svolgendo semplicemente il lavoro che ama e sapendo di potere tornare a casa e sentirsi al “sicuro”.
Perché scrivo queste cose? Perché vorrei ringraziare tutti gli infermieri, i medici, il personale OSS dell’ospedale Umberto I di Enna per il meraviglioso lavoro che svolgono ogni giorno a tutela della mia e della salute di tutti.
Ma soprattutto per ringraziare mio marito perché mi rende orgogliosa di essere la moglie di un INFERMIERE.
Infine, voglio augurare a me stessa e a voi una vera Pasqua di Resurrezione. Perchè tutti quanti, dopo questa brutta esperienza, ci meritiamo di rinascere a nuova vita, sentendoci più stretti gli uni con gli altri e grati per la vita che ci è stata donata.

Lettera firmata dalla moglie di un infermiere in prima linea al reparto Covid di Enna