Pubblichiamo il commento di una docente di scuola secondaria, la leonfortese Marinella Licata, sulle novità in atto e le soluzioni, controverse, individuate dal governo per far fronte all’emergenza, che sta coinvolgendo alunni e studenti delle scuole, dalle elementari alle superiori.
Era davvero necessario destituire di ogni fondamento il nostro impegno di docenti garantendo a tutti la promozione “urbi e orbi”?
Una simile scelta avrebbe avuto senso soltanto in assenza della didattica a distanza. La Dad impegna, stanca, logora, ma per  decreto soltanto i  docenti. Gli alunni andranno traghettati all’anno successivo sia che partecipino o non  alla Dad  per motivazioni varie…
Si ha idea di quanto sia deprimente essere privati di ogni reale potere decisionale e, al contempo, ritrovarsi obbligati a galoppare come bestie da soma?
Stando così le cose  anche la Dad perde significato.
Moltissimi alunni non possono accedere alla Dad perché non hanno i mezzi… tanto altri vi accedono, ma la valutazione rimane comunque falsata dalla differita. Chi aveva difficoltà oggettive non può o non riesce a colmarle. Gli alunni speciali, ove possibile, partecipano a fronte di sforzi sovrumani. Molte famiglie, rassicurate dal ministro sulla promozione, già non collaboravano e presumo lo faranno sempre meno.
Sugli eventuali debiti a settembre nutro fortissimi dubbi accanto alla quasi certezza di una valanga di ricorsi…vinti dai genitori. E molto altro ci sarebbe da dire. È una giungla non normata né dalla Costituzione né dal Ccnl… stiamo lavorando come muli col rischio di sbagliare comunque e non centrare l’obiettivo formativo e educativo che rimane il più importante…
Si è deciso di farla? Ok! Noi siamo pronti (personalmente dal 7 marzo) ma dovete permetterci di valutare in modo serio e, al contempo, fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per una piena,consapevole e impegnata partecipazione.
Secondo il mio modesto parere l’ideale sarebbe stato adoperarsi per la attuazione della Dad solo dopo aver ovviato alle problematiche legate alla sua effettiva fruizione. Invece ogni istituzione ha provveduto nei modi e nelle forme più variegate anche a fronte delle incertezze ministeriali.
Adesso è il caos.
Che fare? La scuola, se non è per tutti e non incentiva la meritorietà e l’inclusione, che scuola è?
Un mio amico, nonché padre di una mia ex alunna, scrive: “I tagli maggiori, negli ultimi 25 anni, sono stati fatti alla sanità e all’istruzione! I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Medici e insegnanti costretti a lavorare con le mani legate, le orecchie tappate e gli occhi usati per non vedere nulla”.
Amo la scuola e il mio lavoro ed è per questo che vorrei vivere in una società che dia il giusto peso all’istruzione. 

Marinella Licata, docente presso una scuola secondaria di secondo grado