“Partite Iva e piccola imprenditoria sono la spina dorsale del sistema economico sociale dell’Italia, ma sono trattate nella maniera peggiore rispetto qualsiasi altra categoria. Basti dire che un fruitore del Reddito di cittadinanza arriva fino a 800 euro al mese mentre, in questo momento di tragedia nazionale, per gli imprenditori non è stato possibile sforare il tetto dei 600 euro”. È un fiume in piena Carlo Garofalo responsabile provinciale dei Comitati cittadini ennesi e per dar sfogo alla sua indignazione ha preso carta e penna e scritto al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.

Nella nota fa presente che con gli ultimi provvedimenti volti ad arginare i nefasti riflessi economici dell’epidemia Covid 19 lo Stato ha dimenticato del tutto di “sospendere le somme dovute dai contribuenti all’Agenzia delle Entrate. In particolare chi si ritrova a dover pagare per aver risposto agli avvisi bonari per omessi versamenti Irpef o Iva non usufruisce delle sospensioni. Ho chiesto di inserire nelle proroghe anche questa tipologia”. Ma per Garofalo anche ciò che è stato inserito deve inevitabilmente avere di più, ad esempio maggiore tempo per i pagamenti. “I nostri imprenditori fanno i conti con una crisi trentennale che ormai si protrae senza soluzione di continuità dal 1992. Se le attività sono bloccate fino a maggio come faranno a pagare a fine dello stesso mese? O si vuole che venga attivato il credito per pagare le tasse? Ma così non si fa un servizio all’imprenditoria al contrario si scava la fossa a tutto un segmento della società italiana”.

Il responsabile provinciale dei Comitati cittadini ennesi si riferisce all’apertura di credito di 25 mila euro voluta dal Governo nazionale tramite il sistema bancario, Decreto liquidità. “Anche rispetto tale misura tante sono gli aspetti che non vanno. Prima di tutto la comunicazione. È pressoché impossibile ottenere un prestito in 3 giorni. Le banche in questo momento sono a corto di personale, sempre per l’emergenza Covid 19, e quindi praticamente impossibilitate a gestire con immediatezza le istanze. Per quanto riguarda poi le richieste superiori a 25 mila euro è necessaria un’autorizzazione bancaria che prolungherà l’attesa degli imprenditori almeno per uno o due mesi”. E le critiche non finiscono qui: “Non soddisfa neppure la previsione che il prestito venga restituito entro 6 anni, il tempo è troppo poco. Ho chiesto al ministro Catalfo di portare la scadenza almeno a 10 anni con 12 o 24 mesi di preammortamento”.

Garofalo conclude: “Ritengo che questi accorgimenti siano il minimo che il Governo Nazionale possa fare per sostenere la piccola e media imprenditoria. Ci vuole di più. Ad esempio prevedere un allargamento del bonus figli con la possibilità di includere anche i maggiorenni a carico. Un bonus va previsto per gli studenti fuori sede che pagano gli affitti, nei mesi di blocco totale, senza utilizzo dell’immobile. Spero che il ministro sia sensibile a queste richieste e le faccia inserire nei prossimi provvedimenti”.

 Paolo Di Marco