All’interno dell’eroica armata sanitaria che sta dando battaglia al Covid 19 c’è una schiera in prima fila che in pochi sono soliti ricordare. Si tratta degli operatori delle Professioni Sanitarie Tecniche della Riabilitazione e della Prevenzione che anche ad Enna sono costituiti in Ordine, Tsrm, che conta circa 500 professionisti sanitari iscritti appartenenti a ben 19 categorie. Presidente provinciale il dott. Alessandro Gravina, tecnico di Radiologia. Anche lui, come i colleghi, costantemente in trincea all’Ospedale Umberto I° di Enna con turni massacranti e con quantitativi e qualità di dispositivi, attrezzature e personale che non sono una risposta alle attuali esigenze. “Proprio così – dice il dott. Gravina – ma questo ci ha dato la consapevolezza che dovevamo fare e dare di più e lo stiamo facendo senza un attimo di pausa. Ottimizziamo tutto e non lesiniamo l’impegno”. La mancanza di presidi e altro ancora non è una deficienza esclusiva delle strutture sanitarie ennesi ha toccato l’intera nazione: “Anche questo è vero. Ma ad Enna abbiamo vissuto e stiamo vivendo una situazione grave, sicuramente più grande di noi. Ne stiamo uscendo perchè ognuno riesce a fare la più della sua parte con impegno e dedizione. E ci stiamo riuscendo grazie anche ad una dirigenza che ci è stata sempre vicina con grandi e piccoli gesti.” Questa sigla “Covid 19” la ricorderemo per anni abbinandola alla tragedia che ci ha fatto vivere, ma se vogliamo leggere una nota positiva in questo tristissimo racconto la dobbiamo ricercare nella consapevolezza di aver sbagliato molto nelle scelte di politica sanitaria. “Mai più tagli indiscriminati e vessatori nella Sanità – continua Gravina – tutti ma proprio tutti dovrebbero capire che ogni euro di trasferimento al comparto non è una dotazione ma un investimento per la salute della collettività. Basta con i bilanci ragionieristici. C’è bisogno di strutture più adeguate, più personale, migliori condizioni di lavoro. Faccio un esempio”. Prego. “Ma qualcuno ha pensato cosa poteva succedere a Troina se non fosse intervenuta la Sanità dell’Esercito? Sarebbe stato il disastro totale. Non siamo preparati ad affrontare le emergenze, questa è la scommessa per il futuro”. All’ospedale di Enna in quanti siete impegnati? “Siamo circa 50 fra i vari tecnici”. Tutti in prima fila? “Si proprio tutti. Ma ce ne sono tanti altri che svolgono ancora più silenziosamente e con grande coscienza il loro lavoro. I colleghi della professione libera e chi lavora nei laboratori e nelle cliniche”. Presidente Gravina so che c’è un aspetto che la fa arrabbiare molto? “Rabbia no, tanto dispiacere si. A volte sembra di essere superflui. E invece anche noi abbiamo il nostro bollettino di guerra con morti e contagiati ma sembriamo degli invisibili. Penso ad una recente proposta per la costituzione di un fondo per i familiari delle vittime di Covid 19. Chi lo ha proposto in parlamento ha inserito Medici, Infermieri, Oss non una parola per noi. Non un segnale. Meno male che i segnali di apprezzamento ci arrivano dall’utenza e questo ci riempie d’orgoglio”. Ma un vero grazie lo vuole lanciare a tutti i suoi colleghi: “Si. Ai Tecnici di Radiologia, ai quali sono affidate le procedure di diagnostica per immagine, ai Tecnici di Prevenzione negli ambienti e nei luoghi di lavoro per garantire la sicurezza e il rispetto delle disposizioni ministeriali e regionali, ai Tecnici di Laboratorio Biomedico il cui apporto risulta indispensabile per gli esami microbiologici e virologici. A loro e a tutti gli altri professionisti, certamente non meno importanti, delle 19 professioni sanitarie che lavorano sia nel pubblico che nel privato, con grande senso di responsabilità, nella tutela della salute di tutta la collettività, va il mio più profondo ringraziamento.” E a proposito di segnali anche l’Ordine come istituzione vuole fare qualcosa? “So che è veramente poco ma i nostri magrissimi bilanci ci permettono solo questo. Abbiamo acquistato un certo quantitativo di presidi di sicurezza individuale (DPI) che a breve verranno distribuiti fra gli iscritti. È un piccolo gesto – conclude Alessandro Gravina – per dire grazie ad ognuno dei nostri iscritti per il grande servizio che sta fornendo al Paese”.

Paolo Di Marco