Enna. Ruoli di udienze meno carichi, testimonianze di persone provenienti da lontano limitate al massimo e tutti in aula con mascherine e guanti. Qualcuno, vicino al Palazzo di Giustizia, tira fuori l’immagine di un tribunale di “marziani”, perché così potrebbe apparire dall’esterno a causa del protocollo e della profilassi da seguire a tutti i costi, ma potrebbe essere questo il futuro prossimo – si spera breve – dei processi a Enna.
In questi giorni i vertici degli uffici requirenti e giudicanti del distretto di Caltanissetta dovrebbero riunirsi, come accadrà in quasi tutti gli uffici giudiziari d’Italia, per programmare una sorta di “fase 2” della giustizia nel distretto. È probabile che si svolgeranno delle riunioni da remoto, a cui dovrebbe partecipare pure qualcuno dell’assessorato regionale alla Salute, al fine di pianificare i prossimi passaggi sotto tutti i profili e uniformare in tutti gli uffici del distretto la riapertura graduale delle udienze, forse per la fase centrale del mese di maggio. Sino a questo momento, in sostanza, dall’inizio del lockdown si sono svolti solo processi urgenti con detenuti, udienze di convalida e eventuali direttissime. Dal 12 maggio, secondo un’ipotesi iniziale che, da quanto si vocifera, potrebbe anche slittare al 30, dovrebbero iniziare a trattarsi quelli indifferibili con detenuti e con termini di custodia a scadenza.
Solo dopo un incontro tra i vertici degli uffici giudiziari, in pratica, si potrà comprendere come la magistratura del distretto intenderà trattare le cosiddette udienze “ordinarie”, soprattutto in campo penale, ma ovviamente anche riguardo agli altri settori, dal civile al giuslavoristico, dal diritto di famiglia alle procedure fallimentari, alla volontaria giurisdizione. Stando alle indiscrezioni apprese, tra le ipotesi riguardanti le aule penali di Enna, che sono particolarmente grandi, ci sarebbe quella di far chiamare i processi uno per volta, far entrare solamente le parti interessate e mantenere il distanziamento sociale approfittando, appunto, dell’ampiezza delle aule; con mascherine, guanti e quant’altro.
Ovviamente il numero di procedimenti dovrà essere ridotto il più possibile, per cui potrebbero non esserci più giornate con ruolini di trenta o quaranta processi da trattare per ogni giudice monocratico o una decina per tribunale collegiale; come accaduto qualche volta in passato a Enna. Si tenterà inoltre di limitare il più possibile – o, se possibile, a far slittare dopo la fine di ogni restrizione – gli spostamenti dei testimoni da fuori. Ma va precisato che al momento si è nel campo delle ipotesi e che questo tipo di organizzazione spetterà al presidente del Tribunale e ai giudici. Le Procure invece dovranno occuparsi della presenza in aula di sostituti procuratori o vice procuratori onorari. Le questioni, a ogni modo, dovrebbero essere affrontate tutte oggi.