di Josè Trovato

Gagliano Castelferrato (Enna). Inattesa telefonata di Papa Francesco all’arciprete della Parrocchia di San Cataldo, don Pietro Antonio Ruggiero. Ha esordito con le parole diventate ormai una sorta di simpatico refrain – “Pronto, io sono Papa Francesco” – suscitando una reazione che lascia sempre un po’ interdetti gli interlocutori, che avevano semplicemente risposto alla chiamata da un “numero sconosciuto”, aspettandosi di parlare con qualche seccatore. E invece era proprio lui. Il Santo Padre ha risposto così alla lettera che il sacerdote gli aveva indirizzato la sera del 19 aprile scorso, attorno alle 22, dopo aver partecipato personalmente a un intervento di soccorso nei confronti di una famiglia gaglianese.
Nella missiva il parroco parlava dell’operato della Parrocchia, nelle sue varie componenti, dicendo: “Santità, questa è la Chiesa reale, non quella descritta dai media”. Rivolgendosi alla Segreteria di Stato Vaticana, padre Pietro Antonio si era anche chiesto se fosse giusto che un sacerdote, sentendo un’ambulanza, accorra comunque, nonostante l’invito delle autorità a rimanere a casa, “convinto – aveva sottolineato – che questo non possa riferirsi a noi, che per il nostro popolo siamo dei pastori”. Alle 17,31 così ha squillato il telefono. “Mi hanno consegnato la sua lettera”, ha aggiunto Bergoglio. “Volevo ringraziarla di tutto quello che sta facendo – ha aggiunto il Pontefice -. Sono molto vicino ai sacerdoti e al loro operato”. “A quel punto ha chiesto: ‘Posso fare qualcosa per voi?’. Ho risposto: ‘Santità, basta la sua preghiera, la sua benedizione e questo segno di attenzione che ha avuto telefonando’. A quel punto ha concluso rivolgendosi a don Pietro Antonio più confidenzialmente: ‘Il Signore ti benedica. Mi raccomando prega anche per me’”.