di Josè Trovato

Leonforte. Un’ordinanza emessa dal sindaco Carmelo Barbera vieta “a chiunque di sperimentare, installare e diffondere sul territorio del Comune di Leonforte impianti con tecnologia 5G in attesa di dati scientifici più aggiornati fra i quali la nuova classificazione della cancerogenesi delle radiofrequenze 5G annunciata dall’International Agency for Research on Cancer e prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, che evidenziano l’estrema pericolosità per la salute dell’uomo”. È stata pubblicata nell’albo pretorio dell’ente l’ordinanza del primo cittadino, “in applicazione del principio di precauzione sancito e riconosciuto dall’Unione Europea”.
Un’ordinanza ricca di elementi di diritto destinata ad essere ripresa di certo da altre amministrazioni, anche se tecnicamente, come scritto nello stesso documento, “è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R della Sezione Sicilia entro 60 giorni dalla pubblicazione, ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla pubblicazione”. Sul tema, va detto, alcuni giorni fa i Giovani Democratici avevano incalzato il sindaco (http://www.ennaora.it/2020/05/05/leonforte-dice-no-alla-sperimentazione-sul-5g-i-giovani-democratici-non-ci-sono-evidenti-ragioni-scientifiche-il-sindaco-coinvolga-il-consiglio-comunale/).
“La problematica inerente la tutela dall’esposizione ambientale e umana a campi elettromagnetici di origine antropica ad alta frequenza (radiofrequenza RF e microonde MW) sta assumendo sempre più carattere di criticità ed urgenza da affrontare – scrive Barbera nell’ordinanza – a causa del continuo ed esponenziale aumento del numero di sorgenti artificiali imposte dallo sviluppo di sistemi elettrici ed elettronici (sistemi di telefonia mobile cellulare, reti wireless di ogni genere, impianti per radiotelecomunicazioni, etc.) in grado di generare tali radiazioni, della loro ubiqua diffusione e delle peculiari caratteristiche di emissioni di tali sorgenti, con particolare riferimento all’avvento delle recenti e nuove tecnologie quali i sistemi di trasmissione cellulare in tecnologia 5G”.
“Sin dall’inizio degli anni ’80 del secolo scorso un gran numero di studi scientifici condotti in ambito internazionale ha evidenziato e confermato che tali tipologie di radiazioni sono in grado di determinare effetti biologici e sanitari anche gravi sugli organismi viventi anche per valori di intensità molto al di sotto di quelli stabiliti dalle linee guida internazionali e dalle normative di legge (e in particolare da quella nazionale italiana)”, si legge ancora nel provvedimento, che prosegue la sua documentazione evidenziando come “nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer)” abbia “classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come possibili cancerogeni per l’uomo e che a novembre 2018 il National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una “chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore”. Il rapporto aggiunge anche che esistono “alcune evidenze di tumore al cervello e alle ghiandole surrenali”; e “le linee guida europee sulla mitigazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici (EUROPA EM-EMF guidelines) del 2016 riportano fondate evidenze che l’esposizione ai campi elettromagnetici costituisca un fattore di rischio per l’insorgenza di alcune tipologie di patologie tumorali a lungo termine”.
Secondo il sindaco, “l’avvento delle nuove tecnologie e in particolare della tecnologia 5G, considerate le peculiari caratteristiche di quest’ultima (frequenze notevolmente maggiori rispetto alle tecnologia 4G e wireless e necessità di installazioni di un ben maggior numero di sorgenti poste a distanze mediamente inferiori sul territorio rispetto allo scenario attuale), sarà in grado di determinare un’esposizione dell’uomo e degli ecosistemi (inclusa flora e fauna nonché l’ambiente spaziale esterno e interno all’atmosfera terrestre) ancora più diffusa e capillare rispetto a quella già in essere (sia in termini spaziali che di tempo di esposizione), dovuta anche all’incremento esponenziale del numero e della tipologia di dispositivi (non solo dispositivi cellulari e wireless per telecomunicazione ma anche elettrodomestici, accessori indossabili, etc.) che la tecnologia permetterebbe di connettere tra loro simultaneamente (loT) in qualsiasi tipologia di ambiente (e dunque anche all’interno di luoghi “sensibili” quali scuole, ospedali, aree per l’infanzia, etc.)”.
Per questa ragione si è giunti al provvedimento, che come detto richiama norme del diritto nazionale e comunitario, oltre a una giurisprudenza consolidata – secondo cui “l’esigenza della tutela della salute e dell’ambiente deve essere considerata come principio primario e prevalente su tutti gli altri e che, dunque, laddove possibile, in base alle risultanze di specifiche istruttorie tecniche-scientifiche e/o di natura giuridico amministrativa, debba applicarsi in via prioritaria il principio di precauzione” – e dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui “circa il 3% della popolazione mondiale è affetta da problemi di elettrosostenibilità”.
“Il 5G si basa su microonde a radiofrequenze più elevate dei precedenti standard tecnologici, anche dette “onde millimetriche”, che comportano due applicazioni principali: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessità di un maggiore numero di ripetitori (a parità di potenza) per garantire il servizio – si legge sempre, in sintesi, nel provvedimento – Le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate, mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi alle decine di migliaia di Stazioni Radio Base ancora operative per gli standard tecnologici di comunicazione senza fili 2G, 3G, 4G oltre alle migliaia di ripetitori Wi-Fi attivi”.
“Il documento pubblicato nel 2019 dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (SCHEER) della Commissione europea, affermando come il “5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche”, ha evidenziato un chiaro segnale agli Stati membri, soprattutto all’Italia, sui pericoli socio-sanitari derivabili dall’attivazione ubiquitaria del 5G (che rileva gravissime criticità, in parte conosciute sui problemi di salute e sicurezza dati) confermando, quindi, l’urgente necessità di un intervento normativo nei riguardi della diffusione di tale nuova tecnologia 5G”.
“Nonostante la sperimentazione 5G sia stata già avviata – prosegue il documento – non esistono studi che, preliminarmente alla fase di sperimentazione, abbiano doverosamente fornito una valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivante da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi su quelle esistenti”. E per questa ragione, dato che “spetta al Sindaco, nella sua veste di ufficiale di Governo e massima autorità sanitaria locale in ossequio all’art.32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3-ter del D.L.vo n. 152/2006, al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed 3 irreversibili per i cittadini, di adottare le migliori tecnologie disponibili e di assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, ove possibili, eliminare l’inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte ed i rischi per la salute della popolazione”.
La decisione, insomma, è presa in linea con la scelta del Comune di Leonforte di procedere “alla pianificazione della localizzazione degli impianti e delle installazioni in grado di emettere campi elettromagnetici non ionizzanti ad alta frequenza (con particolare ma non esclusivo riferimento a quelli per radiotelecomunicazione cellulare e non cellulare) previa elaborazione di un Regolamento e la redazione di un Piano che consenta, da un lato, di determinare la caratterizzazione dello stato di fatto in termini di presenza di installazioni sul territorio comunale e di livelli di esposizione della popolazione e dell’ambiente e, dall’altro, di gestire, monitorare e controllare il processo di evoluzione delle reti di telecomunicazione e delle sorgenti di campi elettromagnetici a tutti i livelli sul territorio comunale non limitando la localinazione di impianti a specifiche situazioni territoriali, ma individuando, caso per caso, le migliori condizioni localizzative, sia in funzione delle effettive e documentate esigenze di copertura di rete che di tutela dall’inquinamento elettromagnetico e verificando di volta in volta le proposte degli operatori in relazione ai predetti principi; tale strumento di pianificazione ha lo scopo primario di tutelare la popolazione al fine di assicurare la massima protezione, anche in via precauzionale, dai rischi derivanti dall’esposizione a campi elettromagnetici e di tutelare l’ambiente, all’interno del quale lo sviluppo del progresso e delle tecnologie deve coniugarsi con criteri di sostenibilità e di sicurezza sanitaria, valutando attentamente le esigente degli operatori di telecomunicazioni e dei gestori degli impianti, garantendo ai cittadini una buona qualità dei servizi erogati e l’assenza di contenziosi; il predetto strumento deve quindi tenere conto, oltre delle prescrizioni imposte dalle normative vigenti, anche dei più recenti e accreditati risultati offerti dalla ricerca scientifica e tecnologica in materia in campo nazionale e internazionale”.
Da questo link è possibile scaricare l’ordinanza: https://www.comune.leonforte.en.it/divieto-di-sperimentazione-e-o-istallazione-del-5g-nel-territorio-del-comune-di-leonforte/