Il dottore Giovanni Falzone


Prosegue la nostra serie di interviste verso i medici dell’Ospedale Umberto I di Enna, i quali, nei rispettivi ruoli, si sono misurati, e lo hanno fatto con professionalità, con l’emergenza Covid. Uno dei reparti del nosocomio ennese, che ha dovuto fare i conti con la pandemia, è stato quello di Ostetricia e Ginecologia, diretto egregiamente dal dottor Giovanni Falzone (foto).
Il reparto, va sottolineato, anche in regime ordinario, ha sempre rappresentato un’eccellenza per il territorio ennese, ed è caratterizzato da ottime professionalità mediche, ostetriche ed infermieristiche, basti pensare che in esso giungono puerpere anche da fuori provincia e si effettuano anche delicati interventi ginecologici.
“Il nostro reparto – spiega Falzone- è stato scelto dalla Regione per costituire uno dei cinque punti nascita identificati per la gestione del Covid 19”. È orgoglioso, Falzone, del lavoro suo e della sua equipe, composta da 13 medici, 18 ostetriche e 20 infermieri. “Fortunatamente – prosegue il primario – abbiamo avuto soltanto una paziente, inizialmente positiva al tampone e successivamente negativizzatasi al momento del parto”. Nel reparto, durante la prima fase, sono stati effettuati 14 ricoveri di pazienti sospette Covid. “La zona Covid è stata ricavata in appositi locali attigui alla sala parto e alle sale operatorie anch’esse decidiate al Covid. “È stato dedicato – aggiunge Giovanni Falzone –  specifico personale medico-infermieristico (foto) nonché percorsi specifici all’interno dell’ospedale e del reparto. Abbiamo avuto,  durante l’emergenza, 14 nati in area Covid, ma nessuno di essi si è rivelato essere positivo”.
Durante la II fase, all’interno del reparto è stata allestita una “zona grigia”, ovvero un’area in cui sostano le pazienti in attesa del risultato del tampone, mantenendo tre posti Covid al II piano. Tutte le pazienti sono ricoverate in stanze singole con bagni dedicati, e per questo motivo, i posti letto, che in regime ordinario sono 28, attualmente, per evidenti ragioni igieniche , sono stati dimezzati, quindi sono 14. Ma il dottore Falzone ha intrapreso , durante l’emergenza , una brillante iniziativa, subito asseverata dal direttore generale dottor Francesco Iudica e che ha avuto l’approvazione e il plauso da parte dell’Assessorato alla Sanità: “Considerato l’obbligo di distanziamento, quindi l’impossibilità dei coniugi di essere presenti fisicamente nel momento del parto, abbiamo dotato gli stessi e ci siamo dotati anche noi, di un sistema di tablet e smartphone che potesse consentire loro di assistere alla nascita delle loro creature”. Ed ancora, il reparto non ha risentito dell’emergenza e le donne che hanno avuto necessità, hanno fatto accesso regolarmente alla struttura dove sono state regolarmente accolte. Sono stati, inoltre, garantiti due medici di notte ed altri due in reperibilità mentre di giorno ne sono stati presenti permanentemente 4. Sono stati, quindi garantiti, come sempre, nel reparto, ottimi standard di assistenza.
Qualche altra chicca del reparto che è veramente un fiore all’occhiello della Sanità ennese , in un momento in cui, alcuni, forse per speculazioni politico campanilistiche, parlano male dell’ospedale di Enna: il reparto ha un sito Facebook dove si moltiplicano continuamente i complimenti degli utenti; di recente ha anche attivato con il consultorio, dei corsi di preparazione al parto a distanza e ha ricevuto, durante l’emergenza, molti atti di solidarietá da parte di associazioni e gruppi ed in particolare dagli alunni dell’Istituto Neglia che hanno donato un cospicuo numero di mascherine Fp2. E, dulcis in fundo, la gestione del parto di una ragazza africana, residente in una comunità, che era stata vittima dell’orribile pratica dell’infibulazione.

Mario Antonio Pagaria