di Francesca Di Fiore

Playa del Carmen – Messico

L’opinione pubblica Statunitense è stata di recente scossa dal caso del piccolo Huxley Stauffer, bambino autistico adottato in Cina nel 2017 e diventato (suo malgrado) una stella di Youtube, insieme ai genitori adottivi e ai 4 figli biologici della coppia.
Dopo aver monetizzato sui video dell’adozione e su altre decine di collaborazioni con sponsor di vario genere, arriva la doccia fredda: la coppia annuncia in lacrime (da molti utenti additate come lacrime di coccodrillo), in un video visto da 5 milioni di utenti che Huxley non fa più parte della loro famiglia.
Ci sono troppe domande che affollano la testa dei seguaci del canale, prima tra tutte: dov’è Huxley? Nel video si parla di una nuova famiglia, evitando di menzionare se la selezione o il nuovo inserimento nella stessa, siano stati fatti con criteri legali e attraverso il sistema internazionale delle adozioni. Attualmente, lo sceriffo della contea dello stato dell’Ohio ha aperto un fascicolo investigativo per chiarire i punti oscuri della vicenda.
Ma quanti sono i bambini adottati e poi abbandonati? Le cifre ufficiali delle adozioni internazionali mostrano statistiche di interruzione che vanno dall’1% al 5% del totale.
Quando un’adozione fallisce è una sconfitta per tutti gli individui coinvolti: per le istituzioni, per le famiglie, ma soprattutto per i minori, i quali a volte vengono immessi in un circuito di famiglie affidatarie temporali, in un paese nel quale non si sono ancora integrati del tutto e in molti casi, senza conoscerne bene la lingua.