(l’immagine in evidenza è stata presa da internet, pubblicata da Jean Beaufort con licenza di dominio pubblico https://www.publicdomainpictures.net/it/view-image.php?image=211111&picture=incendio-forestale)

di Josè Trovato*

Enna. Un incendio si è sviluppato ieri pomeriggio nella frazione di Pergusa, mandando in fumo macchia mediterranea e terreni privati. Non è ancora chiara l’esatta dimensione del rogo, domato grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco della Compagnia di Enna e della Forestale, servizio antincendio boschivo.
Con i primi caldi e con la fine del lockdown, dunque, riprende la triste piaga degli incendi. Non è ancora chiaro se si tratti di un rogo doloso o se le fiamme siano divampate accidentalmente. Accade di rado, ma pure questa seconda ipotesi è plausibile, anche se statisticamente, negli ultimi anni, la maggior parte degli incendi ha avuto matrice dolosa. Il timore è che pure questa estate – che si annuncia particolarmente lunga e calda – si trasformi in un incubo per le nostre contrade, le campagne, le riserve, le proprietà rurali di tanta gente.
Ecco, noi siamo perfettamente consapevoli di non essere nessuno per lanciare appelli, moniti o anatemi. Una testata giornalistica ha una sola arma a propria disposizione: la denuncia. E può, se necessario, ricorrere all’indignazione, alla condanna. E’ ciò che faremo. Nel nostro piccolo vi condanneremo, cari incendiari, o cari piromani (anche se non ho mai creduto che foste dei piromani, solo degli stronzi o degli idioti!).
La pena, platonica – ma simbolicamente importante, quantomeno per noi – sarà la seguente: saremo lì tutte le volte a ricordarvi la vostra imbecillità. Guido Ceronetti ha scritto: “Dove c’è un albero che brucia o viene abbattuto per qualche profitto, o uso non strettamente necessario, o anche per far posto semplicemente a insediamenti umani in eccesso, a industrie o autostrade, oscure radici buttano fuori e cresce e ramifica in fretta un albero di morte” (Insetti senza frontiere, Adelphi, Milano, 2009).
Noi non vogliamo alberi di morte.  Ci limiteremo a dare notizia degli elementi di cronaca e del lavoro delle squadre antincendio, a cui non smetteremo mai di rivolgere gratitudine e affetto, ma lavoreremo affinchè nessun elemento, nella nostra narrazione, possa alimentare l’ego di chi incendia, che lo faccia per diletto o anche solo per assecondare un aberrante interesse.
Tutti i pezzi che pubblicheremo si chiuderanno con la frase, posta in grassetto in basso a destra: “Chi appicca un incendio è un imbecille“.
Non servirà a nulla, ma ci auguriamo che vi sentiate esattamente come siete.
P.S.
Ribadiamo: l’immagine in evidenza è stata presa da internet
 

chi appicca un incendio è un imbecille