di Josè Trovato

La Corte d’appello di Caltanissetta ha confermato la condanna a 3 anni e 8 mesi inflitta in primo grado a G.R., psicomotricista di 49 anni, che avrebbe molestato un sedicenne e mostrato immagini porno a un dodicenne. L’uomo fu arrestato e posto ai domiciliari, a novembre 2014, nell’ambito dell’indagine degli agenti della sezione di Pg della Polizia di Stato in Procura e dalla Squadra Mobile di Enna. La sentenza di primo grado risale a gennaio 2018, emessa dal Tribunale collegiale di Enna, presieduto da Francesco Paolo Pitarresi.
L’imputato, che vive in un’altra provincia dell’Isola ma all’epoca lavorava nell’Ennese, in primo grado è stato anche interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente la curatela e l’amministrazione di sostegno; interdetto dai pubblici uffici per 5 anni, interdetto in perpetuo da qualsiasi incarico nelle scuole nonché in istituzioni o altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori. A pena espiata non potrà avvicinarsi a luoghi frequentati abitualmente da minori nè svolgere lavori che prevedano contatti abituali con minori. E dovrà tenere informati gli organi di polizia sulla propria residenza e sugli eventuali spostamenti. G.R,, sentenziarono i giudici di primo grado, dovrà pagare risarcimenti alle parti civili. È difeso dagli avvocati Maria Giambra e Antonio Impellizzeri.
La sentenza non è ancora definitiva. Una volta depositate le motivazioni, la difesa potrà ricorrere in Cassazione. Per il momento non sono trapelate dichiarazioni da fonti vicine alle difese.
Al processo di primo grado, va ricordato, deposero numerosi testi, tra cui i periti del tribunale, secondo cui il racconto delle presunte vittime, su cui si fonda l’accusa, pur provenendo da due ragazzini minorenni, è perfettamente credibile. Le famiglie dei minori, che si sono costituite parte civile così come il centro dove sarebbero avvenuti i reati, sono assistite dagli avvocati Eleanna Parasiliti e Biagio Scillia; il centro dall’avvocato Vito Pirrone.
Le accuse.
La prima imputazione, formulata sulla base della testimonianza di un ragazzo sedicenne all’epoca dei fatti, era di aver compiuto molestie sessuali, palpeggiamenti e proposte oscene all’interno del centro, abusando del proprio ruolo di psicomotricista. La seconda è un’accusa di corruzione di minore, ai danni di un minorenne che all’epoca dei fatti aveva solo dodici anni.