Durante la fase clou dell’emergenza Covid 19 molti reparti dell’Ospedale Umberto I di Enna si sono distinti per il totale coinvolgimento e l’abnegazione del personale dedicato, che ha travalicato i limiti del rapporto contrattuale di lavoro, coinvolgendolo in una totale dedizione ai malati ed in particolare coloro i quali sono stati colpiti dal Coronavirus. Tale personale, nonostante rifugga dalle passerelle di sorta, riteniamo corretto, menzionare continuando il nostro excursus all’interno dell’ospedale. Ed un reparto che ha lavorato sodo, come d’altra parte ha sempre fatto ad Enna, anche in periodi di regime ordinario, è stato quello di Anestesia e Rianimazione, brillantemente quanto diligentemente diretto dal dottor Ezio De Rose, primario facente funzioni, collaborato da ottimi medici, infermieri e operatori sanitari, molti di questi, assunti appositamente dalla direzione generale rappresentata dal dottor Francesco Iudica, ed in ossequio alle Direttive del Governo Nazionale che hanno egregiamente collaborato i veterani già presenti in reparto.
“Sono stati raddoppiati – spiega il primario De Rose – i posti letto e portati,  così, da sei a dodici con la potenzialità di ampliarli a 16”. Dei dodici posti letto dedicati, 10 sono stati ubicati in reparto e due a ridosso delle sale operatorie, ma con riserva di dedicare altri quattro posti al reparto Covid 1. “Il primo paziente – prosegue Ezio De Rose- è stato ricoverato il 14 marzo, ed è stata una signora di Agira”.
Purtroppo, però, in tutto il mondo il dato percentuale delle persone giunte in Rianimazione per Covid 19 che riesce a farcela non è altissimo; e questo perché il virus, di cui si sa ancora troppo poco, in certi casi non perdona e per questo bisogna tenere ancora alta la guardia. A Enna, comunque, il rapporto tra le persone guarite e quelle che non ce l’hanno fatta è molto migliore rispetto alla media nazionale. Questo perchè sono pronti a qualsiasi sacrificio pur di salvare anche una sola vita umana. “E stata – aggiunge De Rose – un esperienza forte e traumatica  che ci ha coinvolto tanto sia a livello umano sia a livello professionale”. Va da sé che la fase emergenziale, è stata vissuta con ansia e preoccupazione è si è conclusa con un medico e due infermieri infettati, successivamente e fortunatamente guariti ma che insieme a tutto il personale hanno vissuto questo drammatico tempo con “abnegazione – dice ancora De Rose e amore verso il prossimo oltre ad attenzione verso il valore della vita e del lavoro. Non abbiamo guardato – conclude- né stanchezza fisica né orario di lavoro con molta fatica psicofisica “ . Da 14 gli infermieri dedicati sono  stati portati a 20 con il supporto di 6 Oss. Adesso il reparto si compone di 17 infermieri e otto posti letto con l’ipotesi verosimile di allargare il reparto e portare i posti letto a 12, definitivamente. Ma ecco, i nominativi degli eroici medici ed infermieri che si sono prodigati oltre a De Rose: si tratta degli anestesisti e rianimatori Giuseppa Arena,Paolo Bonasera,Giuseppe Campochiaro, Angela Cancaro, Bruno Castellano, Pasquale Lipari, , Emilia Lo Giudice, Fabiano Malfa, Tiziana Notarrigo, Giusy Prestifilippo, Serena Profeta, Luigi Restivo, Linda Scarpello, Giuseppe Scollo, Massimo Ilardo e Maria Grazia Brighina. Gli infermieri e oss impegnati e guidati dalla caposala Maria Rita Savoca, sono; Giuseppe Alio, Stefania Battaglia, Calogero Caizza, Paolo Caizza, Francesca Paola Cocco, Carola Conti, Giuseppa D’Alcamo, Salvatore Di Caro, Giusy Salvatrice Di Dio, Angela Linda Di Salvo, Albano Giaggeri, Giovanni Iannello , Davide Lo Presti, Angela Magonza, Lucia Miraglia, Fedele Modica, Rosa Morreale, Pasquale Principato Trosso, Alberto Rabbiolo, Felice Sanfilippo, Maurizio Sanfilippo, Rosa Maria Tilaro , Filippo Trifoglie, Angela Turone, Antonio Vigni , Paola Volpicelli, Grazia Bellomo, Angelo Fornaia. Francesco Marghelka, Giuseppe Alessandro, Piero Carlino Alessandro Diliberto. Giacomo Giganti, Salvatore Ilardi e Davide Romano.

Mario Antonio Pagaria