Agira. Lo hanno dichiarato colpevole di spaccio di cocaina, ma per i giudici non ebbe responsabilità per la morte di un cliente di 38 anni di Leonforte, che morì il 7 agosto 2011 dopo essersi iniettato in vena una dose letale di coca ceduta da lui. Così Paolo Gazzo, pregiudicato agirino di 43 anni, è stato condannato a 1 anno di reclusione e mille euro di multa dalla Corte d’appello di Caltanissetta. I giudici hanno accolto la richiesta di rideterminazione al ribasso della pena avanzata dal suo difensore, il penalista agirino Orazio Spalletta, e sono scesi ben al di sotto di quanto inizialmente inflitto a Caltanissetta, 4 anni e 2 mesi per cessione di stupefacenti, un’entità ritenuta illegittima dai supremi giudici della Cassazione.
Suprema Corte che ha annullato la condanna per ben due volte, una prima in relazione alla responsabilità per la morte del cliente (cassata a Roma, poi nuovamente e definitivamente esclusa a Caltanissetta), e una seconda in relazione alla pena, ritenuta eccessiva. Adesso la sentenza, va specificato, dopo nove anni è ancora teoricamente annullabile in Cassazione. A essere passata in giudicato è però l’esclusione di ogni eventuale responsabilità di Gazzo per la morte del cliente, tant’è che fonti vicine al suo difensore esprimono soddisfazione, così come ha fatto lo stesso Gazzo tramite Facebook, dicendosi a posto “con la giustizia” e “con la coscienza”.
Per la morte del trentottenne, si ricorda, Gazzo era stato arrestato la stessa sera. Finì in prigione nell’ambito di un’indagine-lampo, condotta brillantemente dagli agenti del Commissariato di Leonforte. Sta di fatto che la responsabilità per il decesso nel frattempo è caduta. È rimasto lo spaccio.