di Giovanni Vitale

Si tratta di un ‘meccanismo’ del ragionamento, del modo in cui esprimiamo le connessioni del pensiero razionale, cioè di come gli umani ragioniamo coerentemente e trattiamo quel che ci passa per la testa!
Da sempre, ed in ogni cultura, ci si è posti tali problemi per cercare di distinguere ciò che è vero da quel che non lo è. Noi di tradizione greco-latina le chiamiamo INFERENZE.
Da noi infatti, in Occidente, ne dobbiamo ad Aristotele l’esame sistematico, che ne ha scandito in tre fondamentali categorie il procedimento: deduzione, induzione ed abduzione.
Abbiamo anche sviluppato una disciplina per lo studio specifico di tali procedure che, peraltro, costituiscono le fondamenta della conoscenza scientifica; la si indica col termine EPISTEMOLOGIA, facendo normalmente riferimento, più che altro, allo studio delle prime due categorie che sono più rigide nei passaggi fra le condizioni che vengono affermate. Esse procedono “dal generale al particolare” o viceversa: se riempio un sacco di fagioli, io SO che quel sacco è pieno di fagioli; se invece da un sacco ogni volta che ne prendo trovo nella mia mano dei fagioli posso ragionevolmente affermare che nel sacco ci sono solo fagioli, cioè che da esami ‘particolari’ di ciò che ho in mano, traggo la conclusione ‘generale’ che il sacco sia pieno di fagioli e, dunque, procedo da casi particolari ad un’affermazione generale. Il primo ragionamento è detto ‘deduttivo’ mentre il secondo è ‘induttivo’. Entrambi sono inferenze.
Ma, come ho già accennato, riconosciamo un terzo modo di ragionare, ovvero l’ABDUZIONE e, in epoca moderna, ce ne ha offerto lo studio più approfondito un fisico americano: C.S. Peirce (a cui devo l’esempio suddetto dei fagioli e del sacco), che è stato fra i maggiori sostenitori della corrente di pensiero indicata ‘pragmatismo’ ed alla base dell’elaborazione teoretica della semiotica del nostro Umberto Eco.
L’abduzione procede da “particolare a particolare” ed è, quindi, la più creativa fra le inferenze. Secondo il nostro esempio se metto la mano nel sacco e ne traggo un pugno di fagioli penso che, rifacendolo, la cosa si ripeterà, ne trarrò cioè di nuovo un pugno di fagioli. Si tratta dunque di quel che normalmente chiamiamo ‘immaginazione’ ragionevole o comune ‘buon senso’.
È un “modo” di ragionare, tuttavia, molto frequente per gli esseri umani e, allo stesso tempo, molto specifico e produttivo, seppure non rigorosamente affidabile. Ed è ciò che, almeno finora, ci distingue nettamente dalle macchine e dall’Intelligenza Artificiale che, invece, procedono specificamente per deduzione e/o induzione.