di Josè Trovato

Leonforte. “Ho scoperto il canto in macchina, cantando una canzone dei Backstreet Boys in un inglese tutto mio. È stata mia mamma ad accorgersene. Così ho iniziato ad approcciarmi alla musica e ho smesso di fare danza. Anche se mi attrae tutto dello spettacolo, dalla musica al ballo, alla recitazione. Quando sale sul palco, una persona si trasforma”. Maria Chirdo, ventisettenne assorina, è una ragazza decisa. Sa bene quali sono le sue passioni e le porta avanti con determinazione. È una delle cinque ragazze che con il Duo Tandem di Pino Marraffino e Fiorella Sinardi ha inciso l’album di brani inediti intitolato “Un mondo di colori”, presentato alcuni giorni fa alla Villa Bonsignore di Leonforte. Maria ha partecipato al Festival dell’anno scorso, vincendo la categoria “Inediti” con il brano “Si sistema tutto” e facendo partire un percorso che poi è stato rallentato per causa del Covid-19. “Ma ci siamo ripresi – sottolinea -. Sono una persona a cui piace fare un po’ di tutto, da piccola amavo tantissimo ballare. Ma una cosa è certa: se mi rendo conto che qualcosa non va, quando devo fare uno spettacolo, è meglio che mi fermi subito”.
Come fai a dirlo? “Ma guarda, potranno sembrarti cavolate, ma ti racconto un esempio. Una sera avevo già iniziato a capire che qualcosa non andava ed è stato un incubo. Un audio bruttissimo, il microfono fischiava, la mia voce non si sentiva. Da quel momento sto attenta a tutto”.
L’hai superata piuttosto bene… “E’ stata dura. Ero demoralizzata e scoraggiata soprattutto perché mi è capitato di vincere un sacco di concorsi, arrivare prima e poi scoprire che c’era una batosta, una tassa d’iscrizione da pagare, un tributo di qualunque tipo. E parliamo sempre di cifre altissime. Poi però mi sono rimessa in gioco con Sanremo Giovani. Mi sono presa la soddisfazione di arrivare tra i primi duecento dei duemila siciliani partecipanti”.
Canti una canzone impegnativa. Questo brano si intitola “L’amore non fa male”. “All’inizio ero combattuta tra due inediti e mi piaceva di più l’altro perché era più allegro, mentre questo mi sembrava statico. Poi però, riascoltandola, me ne sono innamorata”.
Cosa fai nella vita? “Lavoro da quando avevo sedici anni. Ho girovagato l’Italia seguendo ragioni di lavoro di mio padre che fa il carabiniere. Abbiamo vissuto in Campania lungamente, poi in Sicilia e ci siamo trovati benissimo. Mia madre fa l’istruttore di nuoto e io lavoro, a Leonforte come barista. Ho fatto l’animatrice turistica, per cui sono abilitata, e sono un interprete di Inglese, francese, tedesco e spagnolo”.
Come definisci il tuo carattere? “Sono una persona molto diretta. non mi piacciono i doppi giochi le doppie facce”.
Hai tatuato un microfono? “Era un microfono con cui ho visto cantare Mina, che fu la prima cantante che ascoltai in assoluto. Mi colpì tantissimo ed è uno dei quattro tatuaggi che ho. Gli altri sono una chiave di violino, un cuore e una tartaruga. Io sono un po’ una tartaruga: ho il guscio, vado piano, pianissimo, ma arrivo a destinazione”.