di Adriano Licata

Continua in provincia di Enna l’attività di “NOstra”, il comitato giovanile nato per perorare la causa del no al referendum costituzionale per il taglio del numero dei parlamentari che si terrà nei giorni 20 e 21 settembre.
Una consistente, trasversale fetta del mondo giovanile, dell’associazionismo e dei partiti in provincia ha deciso infatti di mobilitarsi in favore del no.
Abbiamo sentito le ragioni del comitato, che riportiamo testualmente:
“crediamo fortemente che il referendum confermativo sia un espediente di impianto totalmente demagogico e populista. Questa convinzione è accentuata dal poco peso che si sta dando ad un tale avvenimento in ambito mediatico, e dall’accorpamento della votazione referendaria con le altre elezioni regionali ed amministrative, sminuendone l’importanza.
Crediamo che la chiave per costruire una società più giusta ed egualitaria sia il coinvolgimento dei giovani nel mondo della politica, che sempre più si mostrano disinteressati o sfiduciati da un sistema che di rado rappresenta le esigenze del popolo, e che quindi va riformato, non smantellato. La riforma provocherà una degenerazione del sistema istituzionale, determinando molta meno rappresentanza per le regioni meno vaste. Senza un adeguato sistema elettorale regioni come la Basilicata eleggerebbero in proporzione molti meno senatori rispetto alla Lombardia.
La democrazia è per antonomasia il sistema del dialogo, del confronto e dell’inclusione. Pensare di barattarne la qualità con un risparmio del tutto irrilevante (0,007% della spesa pubblica nazionale; 0,90 centesimi all’anno per cittadino) ci mostra chiaramente la superficialità della linea politica sovranista e populista.
Se l’intento fosse stato quello di colpire una casta, sarebbe stato molto più efficace ridurne i benefici (rimborsi spesa, stipendi ecc.), non il numero dei beneficiari, perché così facendo si ha un risultato controproducente, che permette a meno soggetti di esercitare più potere.
Tutto ciò genererà un’accentuazione del carattere oligarchico delle nostre istituzioni, a danno delle minoranze e degli enti territoriali. Ritenere che meno parlamentari voglia dire meno discussione e quindi tempi più brevi dimostra una visione preoccupante di democrazia che danneggia le esigenze dei singoli.
Inoltre poiché in questo referendum non è previsto un quorum astenersi non avrebbe alcun significato.
A rincarare la dose è il coordinatore del comitato, il troinese Luigi Sotera secondo il quale “è necessario attuare una modifica della legge elettorale, partendo dal voto di preferenza, per dare maggiore rappresentanza ai territori e creare un filo conduttore tra rappresentato e rappresentante. L’obbiettivo principale del comitato è quello di diffondere la cultura della democrazia e delle istituzioni contrastando le loro degenerazioni. Opponendosi, dunque, alla riduzione dei parlamentari ma allo stesso tempo rifiutando la difesa dello status quo: riformare le istituzioni è essenziale per salvare la democrazia italiana”.