di Giovanni Vitale

Da più parti si lamenta il decadimento informativo pubblico e sono proprio i migliori professionisti del giornalismo, pur con tanta amarezza, a dichiararlo.
E se fino a non molto tempo fa se ne poteva attribuire tanta responsabilità ai social network, si è ormai consapevoli che, invece, è l’amaro frutto di questa nostra epoca che, paradossalmente, è definita “Era della Comunicazione”.
Senza andare lontano: “… indegne operazioni acchiappa-clic. Mi viene da piangere di nostalgia a pensare al rigore che ci veniva richiesto quando lavoravo a Repubblica, tra gli anni ’70 e i ’90”, è quanto ci dice V. Eletti riferendosi all’importante testata nazionale, nella versione online che come per le concorrenti è peraltro sempre più stampella economica del cartaceo le cui vendite sono ogni giorno minori.
Ancora in Italia, pur non avendo una grande tradizione per la cronaca ma vantando in cambio prestigiose firme di opinionisti, sembra proprio che alla crisi economica dell’informazione si accompagni quella etica e delle competenze. Ciò è quanto meno curioso dato che, da qualche decennio, anche da noi c’è molta offerta formativa a livello accademico per la comunicazione. Certo, a tale risultato contribuisce sostanzialmente l’accertata corruzione dell’istituzione universitaria, ma è difficile ritenerla l’unica causa.
L’idea che, personalmente, più mi convince è che il cambiamento epocale che stiamo vivendo, e che mette in crisi svariati settori industriali, risulti più evidente in quello che della ‘visibilità’ fa il suo nucleo produttivo, il suo ‘core business’. Ovviamente c’è anche che con il Web, internet, le possibilità per acquisire visibilità si sono moltiplicare e differenziate, infatti anche altri canali comunicativi che dei giornali condividono la caratteristica, cioè radio e Tv, stanno vedendo erodersi progressivamente le fonti di sostentamento, ovvero gli introiti pubblicitari il ché, inesorabilmente, incide sulla resa qualitativa.
Pare che solo il New York Times, con pochi altri al seguito,dopo drastici cambiamenti organizzativi e cospicui investimenti riesca ad equilibrare e sostenere la redazione del cartaceo con quella online. Anche nel locale vanno emergendo casi esemplari di diffusione digitale dell’informazione affidabile e produttiva, che riescono poi ad espandersi verso pubblici più ampi, ma è ancora frontiera!