Il pezzo che segue proviene da una fonte che ha scelto di rimanere anonima. Raccolta da Mario Antonio Pagaria
Parafrasando l’idiota di turno: il Covid c’è e fa paura. Almeno la fa al personale sanitario del pronto soccorso di Enna che in poco tempo ed a causa del turismo sconsiderato, dell’atteggiamento di qualcuno che pensa che il covid sia solo l’invenzione politica per far business e per la gestione generale di tutta la pandemia, si è visto riempire nuovamente l’area “pretriage” di casi sospetti. Già il primo positivo dopo mesi qualche giorno fa e poi proprio ieri l’inevitabile e previsto incidente occorso a causa di una paziente del tutto asintomatica per infezione da cov che aveva avuto accesso al ps per tutt’altro motivo.
Il personale sanitario è stato addestrato ad eseguire il tampone oro faringeo per la ricerca dell’infezione da COV solo ai pazienti con sintomi specifici e per tutti quelli che invece hanno come destino la permanenza in pronto soccorso per oltre 24 ore ed eventuale ricovero. Per questo motivo la paziente inizialmente non aveva eseguito il suddetto tampone  e solo la provvidenziale  decisione da parte del medico in servizio di notte ad eseguirlo  a causa della ulteriore permanenza della paziente  in pronto soccorso ha potuto evitare l’ulteriore espandersi dell’eventuale contagio. La paziente è stata trasferita dal personale medico e infermieristico del pronto soccorso di Enna all’ospedale covid San Marco di Catania e tutti  gli operatori che hanno avuto in cura la paziente saranno sottoposti in questi giorni al test del tampone orofaringeo.
Nonostante l’utilizzo delle mascherine chirurgiche in dotazione al personale, è in questi giorni che si consumerà la paura e che si renderà necessario l’isolamento familiare, fin quando non si avrà l’esito del tampone speriamo per tutti negativo,con  il rischio di portare a casa la malattia e trasmetterla ai propri cari che sarà altissimo. Ma a quanto pare il covid c’è soltanto per il personale sanitario perché attorno a loro pare che ci si sia dimenticati dei mesi di paura dei mesi di restrizione, delle affacciate al balcone e delle pizze fatte in casa. Le raccomandazioni sono sempre le stesse: restate a casa più che potete Proteggetevi e proteggete gli altri. Non affollate il pronto soccorso per sintomi banali che possono essere gestiti almeno inizialmente a casa perché di fatto in questo momento il pronto soccorso e l’ospedale sono un luogo pericoloso dove si rischia di entrare per un finto mal di pancia e  uscirne con una vera polmonite da covid”.