di Cetty D’Angelo
All’apertura del documentario intitolato “Francesco” del regista americano di origine russa Evgeny Afineevsky, proiettato in anteprima alla Festa del cinema di Roma, Papa Francesco si è schierato esplicitamente a favore delle unioni civili. Il documentario è un lungo dialogo con il papa in cui si affrontano vari temi, dall’ omosessualità, alla pandemia da Covid-19, il razzismo, fino agli abusi sessuali da parte di esponenti della Chiesa. Sulla questione dell’omosessualità il Papa si è espresso così: “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. Durante il documentario, dopo tali dichiarazioni, il Papa chiama telefonicamente una coppia di genitori gay per rispondere ad una lettera in cui essi gli chiedevano se fosse il caso di portare in loro bambino in parrocchia. Il Papa consiglia di farlo, senza preoccuparsi dei pregiudizi degli altri. Papa Francesco si era già mostrato favorevole al mondo omosessuale in altre occasioni. Già durante il suo primo viaggio internazionale in Brasile nel 2013 si era cosi pronunciato: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?”. Più di recente Francesco ha usato le seguenti parole: “Il Papa ama i vostri figli così come sono, perché sono figli di Dio. La Chiesa non li esclude perché li ama profondamente”. Tali dichiarazioni appaiono manifestamente rivoluzionarie. Bisogna sottolineare, però, che le posizioni del Papa nei confronti della comunità LGBT non sono condivise dalla maggior parte dell’episcopato mondiale.