Josè Trovato

Leonforte. Da Caltanissetta arrivano sconti di pena in appello per i i leonfortesi condannati al processo “Anno del Gallo”, dal titolo dell’inchiesta antidroga condotta dalla sezione di pg del Commissariato di Leonforte, diretto dal commissario capo Alessio Puglisi. I giudici della Corte nissena riconoscono la “minore gravità” dei reati – contestati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio – e rivedono al ribasso le pene inflitte con rito abbreviato dal gup Graziella Luparello l’8 gennaio scorso.
L’indagine della Polizia, coordinata dalla Dda di Caltanissetta, aprì uno squarcio su una ramificata e attiva rete di spacciatori, con il baricentro proprio a Leonforte. Tutto era partito da una precedente inchiesta, denominata “L’anno del Drago”, condotta sempre dal Commissariato; ma poi sono emersi fatti e situazioni nuove relative al periodo tra marzo e settembre del 2016; oggetto di questo processo. Il leader del gruppo sarebbe stato il quarantacinquenne leonfortese Enrico Pizzuto, che avrebbe gestito e organizzato tutto, avvalendosi della collaborazione di spacciatori locali. Si sarebbe approvvigionato di marijuana e cocaina da alcuni fornitori catanesi e avrebbe curato la successiva distribuzione nel mercato locale.

Enrico Pizzuto, classe 1975


Ridotta la pena anche per Pizzuto, dunque, per cui si passa da 11 anni e 4 mesi a 5 anni e 4 mesi. Per il trentaduenne Corrado Conti, si va da 7 anni e 2 mesi a 3 anni e 10 mesi; per il trentenne Giuseppe Bannò da 5 a 2 anni, per il trentottenne Angelo Salpetro e il ventinovenne Domenico Trovato a 2 anni e 6 mila euro di multa a 1 anno 4 mesi e 4 mila euro di multa; per la trentasettenne Samuela Pellegrino da 2 anni 8 mesi e 8 mila euro di multa a 1 anno 4 mesi e 4 mila euro di multa.
Pizzuto, Bannò e Pellegrino sono difesi dall’avvocato Giuseppe Greco, Conti dagli avvocati Greco e Luigi Tosetto, Trovato è difeso dall’avvocato Giuseppe Gullotta, Salpetro dall’avvocato Damiana La Delfa.
La sentenza è stata emessa dalla Corte d’appello nissena, presidente Pasqua Seminara, consiglieri Giovanbattista Tona e Salvatore Faro Faussone.
I giudici hanno liberato dai domiciliari Bannò.