Riceviamo e pubblichiamo, condividendone appieno lo spirito e il valore di denuncia sociale, le note di Pinella Crimì, delegata permanente del Forum delle associazioni familiari della Sicilia, membro direttivo nazionale del Forum delle associazioni familiari, sul tema dell’indebitamento delle famiglie e i comportamenti degli istituti di credito, che in questo momento storico sta raggiungendo dimensioni da allarme sociale; e di Gigi De Palo, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari.
 
Come Delegata Permanente del Forum delle Associazioni Familiari della Sicilia e membro del Direttivo Nazionale, non posso non fare mio il pensiero del Presidente. Pensando in particolare alla mia terra in questo tempo difficile, mi preoccupa non poco ciò che potrà accadere a famiglie e imprese dal momento dell’applicazione delle restrizioni previste. Il rischio è quello di un sovraindebitamento che potrebbe portare la gente a ricorrere all’usura, con conseguenze facilmente immaginabili. D’altra parte, l’allarme è già stato lanciato da più parti. Continuare a punire chi, finora, ha tenuto in piedi un Paese è veramente segno di lungimiranza? Si può continuare a pensare ad un’economia che dimentica le persone? Il mio auspicio è che il nostro Governo regionale e le Amministrazioni locali si attivino, di concerto con i livelli nazionali, per trovare una soluzione che sostenga chi, in questo momento, è a rischio di insolvenza per un debito di poche centinaia di euro. Non possiamo permetterci altre partenze, altri abbandoni. Non si può lasciare che le nostre città rimangano deserte delle proprie forze migliori. Serve una seria alleanza con le famiglie se veramente si vuole dare un futuro alla nostra bellissima terra.

Pinella Crimì

Delegata Permanente

Forum delle Associazioni Familiari della Sicilia

Membro del Direttivo Nazionale del

Forum delle Associazioni Familiari

 

 
 
Gentile Direttore,
 
proprio nel periodo natalizio, mi vedo costretto a commentare una notizia (peraltro già nota agli addetti ai lavori) che non può non destare preoccupazione nelle famiglie italiane.
Quelle famiglie (insieme alle imprese, sebbene con misure e condizioni differenti) che senza iniziative di riequilibrio e di buon senso, rischiano di trovarsi di fronte a difficoltà economiche enormi dopo aver dovuto fronteggiare, tra mille difficoltà, l’unità della comunità nazionale nel corso della pandemia.
Prendiamo atto con soddisfazione della novità contenuta all’interno della manovra di bilancio del Governo, che prevede l’istituzione da luglio dell’assegno unico e universale per i nuclei familiari con figli. Una misura a lungo attesa, di buon senso e che rappresenta un primo, significativo passo verso il riequilibrio fiscale a vantaggio del rilancio demografico del Paese.
 
D’altra parte, le realtà associative che rappresentano le famiglie italiane si vedono costrette a segnalare l’introduzione, dal 2021, di un meccanismo bancario introdotto da un regolamento europeo, su proposta dell’EBA, l’European Banking Authority.
 
Secondo tale meccanismo – avendo una famiglia un arretrato per un importo superiore ai 100 euro e maggiore dell’1% rispetto al totale delle esposizioni verso una Banca – scatterebbe la segnalazione presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia. Tutto ciò comporterebbe l’automatica iscrizione di quel nucleo familiare tra i ‘cattivi pagatori’. Con la conseguenza che, evidentemente in difficoltà e proprio a seguito di questo, per un certo tempo quella famiglia non avrebbe la possibilità di ricorrere all’aiuto di nessun istituto di credito. I tempi d’attesa, per la famiglia bollata come ‘inaffidabile’, per uscire da questo ‘default’ sono computati in almeno tre mesi. Non solo: l’istituto bancario avrebbe solo ex-post il compito di valutare il comportamento e la situazione finanziaria della famiglia, avendo il potere di riammetterla tra le ‘bancabili’ unicamente qualora ritenga che il miglioramento della qualità creditizia di quest’ultima sia effettivo e permanente. Una misura che, se non bloccata e riformata per tempo, in mesi in cui milioni di famiglie sono in difficoltà, creerebbe verosimilmente un numero ingentissimo di ‘default’ familiari ai danni di nuclei che, prima dell’attuale crisi, vivevano una loro tranquillità economica e bancaria.
 
Pertanto, è indispensabile – attraverso l’interessamento attivo di Ministro delle Finanze, Presidente del Consiglio, Parlamento e Commissione UE, istituzioni bancarie italiane ed europee – agire immediatamente, in modo concreto, per evitare che la classificazione di una situazione debitoria nei riguardi di una banca come quella descritta sopra produca un effetto letale per il presente e il futuro delle famiglie che si trovassero – loro malgrado – a doverla fronteggiare.
 
Un approccio di questo tipo in una congiuntura socio-sanitaria ed economica qual è quella attuale, infatti, appare insostenibilmente dannoso e pericoloso per migliaia di famiglie del nostro Paese. Una minaccia non solo al portafogli, ma pure alla dignità e alla speranza della cellula essenziale della nostra società.
 
L’eccezionalità e la drammaticità della crisi che viviamo impone una riflessione condivisa che interessi il funzionamento di un settore cruciale, come quello del credito e del risparmio.
 
Non è infatti accettabile che le nostre famiglie – dopo la minaccia sanitaria e le difficoltà sociali ad essa conseguenti – subiscano gli effetti di una crisi economica di cui non hanno responsabilità.
 
Per questo motivo, se si vuole scongiurare la sfiducia delle famiglie nei confronti delle istituzioni bancarie, è necessario evitare l’applicazione indiscriminata e punitiva di automatismi come quelli appena descritti.
 
Tutti noi sappiamo che senza una nuova alleanza tra famiglie e istituzioni bancarie, non vi sarà nessuna ripresa economica. 
 
Infine, a nome delle realtà associative familiari italiane, chiediamo di mantenere sempre acceso un ‘faro’ sul problema dell’insolvenza delle famiglie nel rapporto con le banche di riferimento. Un ‘caso’ che, in assenza di soluzioni rapide e reali, potrebbe mettere velocemente in crisi non solo l’ambito socio-economico delle nostre comunità, ma pure la stessa idea di Europa come ‘casa comune delle famiglie’.
 

Cordialmente,

Gigi De Palo

Presidente del Forum delle Associazioni Familiari