L’autopsia ha confermato la morte per asfissia per Antonella Sicomero,  la piccola palermitana di soli 10 anni, che è stata trovata morente dalla sorellina nel bagno di casa con la cintura dell’accappatoio legata al collo lo scorso giovedi. I genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi. La piccola sarebbe morta a causa di un pericoloso gioco lanciato sul famoso social Network Tic Toc, il “Black out challenge”, che prevede una sfida di soffocamento: ci si mette una cintura al collo e chi resiste di più, vince. Sulla vicenda ci sono due indagini in corso, una della procura ordinaria, l’altra di quella dei minorenni: l’ipotesi è di reato di istigazione al suicidio. In seguito al triste episodio Tic Toc ha bloccato tutti gli utenti di cui non sia stata verificata l’età. «Siamo davanti a un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina. La sicurezza della nostra community è per noi una priorità assoluta, siamo a disposizione delle autorità per collaborare alle indagini», ha dichiarato un portavoce di Tic Toc. L’accaduto porta a riflettere su quanto il web e il mondo dei social possano divenire pericolosi soprattutto per i più piccoli. Il responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Stefano Vicari, ha infatti commentato cosi la vicenda: “L’uso dei social e della rete in modo autonomo da parte dei bambini può nascondere insidie importanti. Non dovremmo lasciare un bimbo da solo davanti alla tv prima dei 5 anni e un ragazzino da solo su smartphone e tablet prima dei 12”.
Cetty D’Angelo