Il parlamento del Portogallo ha approvato la proposta di legge sulla legalizzazione dell’eutanasia. La proposta era stata varata lo scorso febbraio, aprendo il dibattito in aula, anche se la Chiesa aveva chiesto un referendum. Con 136 voti a favore, 78 contrari e 4 astenuti diventa “non punibile” la “anticipazione della morte per decisione della persona stessa” in caso di “sofferenza estrema, con lesioni irreversibili, di estrema gravità, scientificamente provate, o malattia incurabile e fatale, quando praticata (da) o con l’ausilio di personale sanitario”. L’eutanasia dovrà essere quindi svolta in presenza di un medico, ma è espressamente specificato che tutto il personale sanitario coinvolto possa esercitare un’ obiezione di coscienza.
Al medico curante e ad uno specialista della patologia di cui soffre il paziente spetta il compito di stabilire se il paziente soddisfi i requisiti per poter usufruire del diritto richiesto. Il paziente può manifestare questo desiderio se maggiorenne e se lo esprime “consapevolmente e espressamente, dimostrando una volontà attuale, libera, seria e illuminata”.  Se sorgono dubbi sulla lucidità del paziente o su una origine psichiatrica del suo desiderio, si dovrà optare per una consulenza psichiatrica. I voti a favore dell’eutanasia sono pervenuti dal  Bloco de Esquerda, dai verdi del Pan, dai liberali di Iniciativa liberal e dalla maggioranza dei socialisti del Ps. I voti contrari sono stati quelli dei comunisti del Pcp, dei popolari del Cds, del partito sovranista Chega e della maggioranza del Partito socialdemocratico. La legge ora passa alla firma del presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, che potrà approvare la legge, porre un veto o sottoporre la legge alla Corte Costituzionale.

Cetty D’Angelo